Laura, bellissima trentenne, commessa in un supermercato, un giorno sorprende un vecchio a rubare, ma, letteralmente invaghita di lui, anziché denunciarlo lo lascia andar via per poi inseguirlo e chiedergli di prendere un caffè insieme.

Il romanzo del giornalista Spicuglia

Una storia d’amore intensa raccontata nel libro “Io sono l’orchessa” scritto dal giornalista siracusano Sebastiano Spicuglia, cronista del quotidiano La Sicilia, con una lunga esperienza nel campo della televisione e nota vignettista del periodico satirico L’isola dei cani.

L’amore osteggiato

In pochi minuti, del settantanovenne Rocco Laura si innamora perdutamente, e dopo pochissimo tempo i due decideranno di andare a convivere.

Tuttavia come sempre avviene nelle storie d’amore, questa unione è destinata a essere osteggiata da ogni parte, vittima di pregiudizi indicibili: non solo dai chiassosi e arroganti parenti di lui, ma anche dai genitori di Laura e dalle sue amicizie, prima fra tutte Monica. Quest’ultima, anzi, cercherà in tutti i modi di mettere fine a questa relazione che considera folle e sconsiderata: lo fa tentando la bella Laura con giovani aitanti e interessati, tra cui il francese Pierre.

La gelosia

Laura cede e non cede, assimila le lusinghe della giovinezza e al tempo stesso le rifugge. Quando accetta di lasciar andare Rocco, sembra quasi che un finale diverso sia possibile, ma ben presto ritorna l’ossessione, la nostalgia persino dei difetti più odiosi, e bastano un odore, un ricordo a rendere insopportabile la lontananza dal suo Rocco, come amore comanda. Eppure, anche dinanzi alla possibilità di una vita serena insieme, non smette di tormentarla l’odiosa paura di perdere la persona amata, in un vortice di follia, gelosia, paranoie.

La prosa accesa e meridionale

“La Laura che affabula la sua storia all’amica del cuore è soprattutto una psicopatica. Simile nell’animo a certe figure femminili, segnate da una vena misogina, che Tennessee Williams infoiava nei suoi dimenticati racconti degli anni Cinquanta”, ebbe a dire Piero Gelli, valutando questo romanzo prima della pubblicazione e lodandone la «prosa accesa, lussureggiante, meridionale”.

“Oggi, queste pagine – cariche di tragica delicatezza, di echi letterari e cinematografici graffianti e raffinati – continuano a comunicare la densa umanità che si sprigiona nelle storie d’amore apparentemente sbagliate, l’irresistibile armonia del desiderio che non si arrende neppure all’evidenza, e l’eroina di cui si legge acquista lo spessore e la forza di un personaggio attualissimo e radicale”