Il gup del tribunale di Siracusa ha condannato a 10 anni ed 8 mesi di reclusione una donna, P.L., accusata del tentato omicidio dei suoi due figli minorenni, al fine di incassare i soldi legati al risarcimento per la morte del marito. Secondo quanto emerso nelle indagini dei magistrati della Procura di Siracusa, l’imputata, per attuare il suo piano, avrebbe preso la sua macchina, sistemando nei sedili posteriori i bambini e dopo aver imboccato una discesa, avrebbe aperto la portiera, gettandosi sulla strada e  far schiantare così il mezzo contro un ostacolo per far morire le vittime.

Un piano che, per fortuna dei piccoli,  è andato in frantumi, le vittime hanno riportato solo delle lesioni non gravi da pregiudicare la loro vita. Ne è nato un procedimento giudiziario ai danni della donna, rappresentata dall’avvocato Emanuele Gionfriddo, che si è concluso in primo grado con il processo celebrato con il rito abbreviato al palazzo di giustizia di viale Santa Panagia.

E’ passata la linea della difesa dei bambini, assistiti dall’avvocato Sofia Amoddio, per cui il movente sarebbe legato al desiderio dell’imputata di prendersi i soldi dell’assicurazione destinati ai figli.

Nel 2018, perse il marito, padre dei suoi figli, a causa di un incidente stradale, ottenendo un risarcimento di circa 200 mila euro ma avrebbe voluto trattenere per se la quota dei piccoli. Per questo motivo, nella ricostruzione della pubblica accusa e  della parte civile, avrebbe meditato il suo piano di morte, senza, però, riuscirci. Al termine della requisitoria, il pm di Siracusa aveva sollecitato una pena pari a 12 anni di carcere anche se la sentenza è sostanzialmente in linea con le richieste della Procura.

Il gup ha disposto per la donna “l’interdizione perpetua dei pubblici uffici, l’interdizione legale per la durata della pena” e la condanna “al risarcimento dei danni in favore delle parti civili” ed “al rimborso delle spese legali in favore delle parti civili quantificate in 3168 euro”.