Il gup del Tribunale di Siracusa ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti della sindaca di Portopalo, Rachele Rocca, del suo ed assessore al Bilancio, Corrado Lentinello, e di Antonino Rocca, ex consulente dell’amministrazione comunale, padre della prima cittadina, che devono rispondere, a vario titolo, di tentata concussione.

Inizio del processo e parti civili

Il processo, che si celebrerà con il rito ordinario, avrà inizio il 24 novembre del 2024 e come disposto dal gup, nel corso dell’udienza preliminare che si è tenuta stamane al palazzo di giustizia di Siracusa, sono stati ammessi come parte civile due imprenditori, presunte vittime degli imputati, ed il Comune di Portopalo, dopo la richiesta di tre consiglieri comunali, Loredana Baldo, Corrado Furnò e Mary Lupo.

Una decisione, quella degli esponenti politici, motivata dalla circostanza che la sindaca non aveva provveduto a farlo. “Lo abbiamo fatto al fine di tutelare gli interessi del Comune di Portopalo, in favore del quale dovrà essere devoluto ogni risarcimento del danno materiale e morale” hanno spiegato i tre.

La vicenda

I tre imputati furono arrestati nei mesi scorsi dai carabinieri ma in quel periodo, l’attuale sindaca ed il suo vice, ricoprivano il ruolo di consiglieri comunali: carica che venne prima sospesa, per effetto della legge Severino, ma nelle settimane successive, si dimisero, salvo poi decidere di candidarsi alle elezioni amministrative, ottenendo il consenso degli elettori.

Le accuse degli inquirenti

Per l’accusa, i tre avrebbero fatto pressioni nei confronti alcuni imprenditori, le cui aziende avevano ottenuto dal Comune di Portopalo dei lavori, per ricevere dei favori, tra cui assunzioni di persone vicine agli indagati e soldi. Ed a supporto di questa ricostruzione, gli inquirenti hanno in mano le dichiarazioni delle presunte vittime e le intercettazioni telefoniche.

La difesa

Gli indagati, difesi dall’avvocato Giuseppe Gurrieri, hanno sempre negato le accuse come ribadito nel corso degli interrogatori di garanzia che si sono tenuti al palazzo di giustizia di Siracusa.

Documenti, chat e messaggi a sostegno degli indagati

Secondo la tesi degli esponenti politici e dell’ex consulente del sindaco, vi sono chat, messaggi vocali ed altri documenti, depositati in una memoria, che, a loro parere, li scagionerebbe dagli episodi loro contestati.

 

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