Gli agenti del commissariato di polizia di Noto hanno denunciato due uomini di 39 anni per il reato di tentato furto aggravato di beni archeologici. Sono due tombaroli che avrebbero voluto saccheggiare l’area archeologica di Eloro e poi rivendere i reperti al mercato nero.

Auto all’ingresso del sito

Ad insospettire i poliziotti è stata la presenza di  un’auto Fiat 500 parcheggiata di fronte al sito, per cui, considerato che il fenomeno del furto di beni archeologici si ripete con assiduità, hanno deciso di fare un salto per compiere un controllo.

Al “lavoro” con il metal detector

Sono stati attratti dal suono di un metal detector e poco dopo hanno sorpreso due tombaroli intenti ad effettuare verifiche del suolo, scavando diverse buche alla ricerca del “tesoro”. Sono stati bloccati, perquisiti e poi condotti negli uffici del Commissariato di polizia per essere interrogati ed al termine degli accertamenti sono stati denunciati.

Sequestro dell’attrezzatura

Contestualmente, gli agenti, al comando del dirigente Paolo Arena, hanno sequestrato  quattro metal detector, alcune lampade tascabili e arnesi per lo scavo. Si procederà a proporre, nei confronti dei due uomini, originari di un’altra provincia, il divieto di ritorno nel comune di Noto.

I committenti sono collezionisti stranieri

Sulla vicenda è intervenuto il questore, Gabriella Ioppolo, che spiega alcuni aspetti del fenomeno.

“Noto vanta un patrimonio archeologico – dice il questore di Siracusa – di tutto rispetto e per questo preda di tombaroli, una piaga che attenta alla bellezza del territorio. Dietro tali furti, esiste un contrabbando di reperti archeologici venduti a collezionisti spesso stranieri, così per le monete, le anfore solo per fare qualche esempio. Da qui la necessità di stimolare e promuovere il senso civico ed il rispetto del nostro territorio, ricco di storia e tradizione. Noto è patrimonio dell’umanità ed appartiene a tutti i cittadini del mondo che amano custodire la storia e la memoria di quanto è a fondamento della cultura.”