Fornivano abitazioni e falsi permessi di soggiorno per fare arrivare migranti iracheni, afghani e pachistani in Italia, attraverso la porta della Sicilia sudorientale, per poi smistarli in altre città del Nord Italia fino a trasferirli in Francia. Una organizzazione complessa, composte da cellule operanti  a Bari, Torino, Milano e Ventimiglia, quella scoperta nell’inchiesta Mondi connessi della Procura distrettuale antimafia di Catania conclusa dagli agenti della Squadra mobile con 19 provvedimenti di fermo nei confronti di stranieri ed italiani per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini sono state avviate nel 2018 dall’analisi di 10 sbarchi avvenuti nel Siracusano da parte degli agenti della Squadra mobile di Siracusa in cui sono stati identificati complessivi 580 migranti e arrestati 19 scafisti: tutti provenienti dalla rotta del Mediterraneo Orientale, dalla Turchia o dalla Grecia

Gli stranieri che avrebbero fatto parte delle cellule ramificate in Italia sono titolari di permessi di soggiorno per protezione internazionale e questa condizione avrebbe permesso loro di agire senza ostacoli. In particolare, il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti, ospitandoli nelle abitazioni dei sodali al gruppo, messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, inoltre fornivano ai migranti documenti per il rilascio dei permessi di soggiorno. Dalla città pugliese, i migranti,   venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente indirizzati a Ventimiglia dove agiva l’altro gruppo più nutrito. Nella città ligure, infatti, il gruppo criminale, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afghana, si occupava di raccogliere e trasportare i migranti in Francia, a bordo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, si facevano pagare dalle famiglie dei migranti.

Il denaro veniva accantonato in punti di raccolta in Turchia e poi versato al momento dell’arrivo del migrante nel Paese previsto, o attraverso sistemi di money transfer oppure con un meccanismo simile all’hawala come già verificato nel contrasto alle organizzazioni criminali nigeriane di tipo cultista.

L’intero network criminale aveva ampia disponibilità di denaro utile ad acquistare imbarcazioni, generalmente a vela, rubate o noleggiate, e a reclutare skipper in grado di pilotare le imbarcazioni verso la costa della provincia di Siracusa. Gli scafisti venivano remunerati con una somma pari a circa 1000 dollari per ogni traversata.

Nel corso dell’operazione, un ulteriore soggetto, strettamente connesso al sodalizio criminale, a carico del quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza, è stato sottoposto a misura restrittiva mentre era in procinto di effettuare un trasporto di migranti dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia verso la Francia.