E’ stata tra gli ostaggi del brigadiere che prima ha ucciso Doriano Furceri, 58 anni, palermitano, comandante della stazione di Asso, nel Comasco, Giulia Scalone, anche lei militare dell’Arma in servizio in quella caserma.

Carabiniera di Francofonte tra gli ostaggi

Giulia Scalone, carabiniere in servizio ad Asso

La donna carabiniere ha mantenuto sangue freddo in quelle ore drammatiche, un comportamento riconosciuto dal sindaco della città del Siracusano, Daniele Lentini, che ha scritto un post sulla pagina social del Comune.

L’omaggio del sindaco

“Il sindaco e l’amministrazione comunale si congratulano con il giovane carabiniere Giulia Scalone, nostra concittadina, per il coraggio da lei dimostrato durante le drammatiche ore che l’hanno coinvolta giovedì nella stazione carabinieri di Asso” si legge nel post.

“A lei in particolare – prosegue il sindaco – si deve riconoscere la lucidità con cui ha saputo gestire le lunghe e drammatiche ore, mettendo al primo posto la salvaguardia delle vite umane di tutti i soggetti coinvolti. Un abbraccio a Giulia e complimenti per il forte senso civico ed istituzionale”.

Ha sparato un carabiniere con precedenti disagi psichici

Non si sa ancora cosa ha spinto il brigadiere Antonio Milia a sparare. Il 18 ottobre era tornato in servizio nella stazione dei carabinieri di Asso, dopo un anno di stop. Era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi.

E’ stato giudicato idoneo

Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni e attualmente era in ferie. Sposato, con tre figlie, vive in caserma. Preso in consegna dai colleghi dopo l’irruzione dei reparti speciali, già nelle prossime ore l’uomo verrà interrogato dal pm di turno per cercare di far luce sui motivi della tragedia.

La vittima, che anche lavorato nel reparto operativo a Palermo e ha partecipato a una missione all’estero nel Kosovo, lascia una moglie e tre figli.