“Vivo un momento di difficoltà, mi servivano i soldi per andare avanti”. E’ quanto affermato, in sostanza, al gip del tribunale di Siracusa, Vincenzo Davì, 42 anni, operaio, siracusano, arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri in quanto trovato in possesso di 3,3 Kg di cocaina, che nascondeva nella sua macchina, incappata in un posto di controllo.

L’uomo, difeso dall’avvocato Junio Celesti, nel corso dell’udienza di convalida al palazzo di giustizia, ha provato a giustificarsi ed il suo legale ha chiesto al gip Andrea Migneco di revocare la custodia cautelare in carcere consentendo al suo assistito di tornare a casa, sebbene agli arresti domiciliari.

Il giudice, però, ha confermato la permanenza in cella, nel penitenziario di Cavadonna, perché, come i carabinieri del comando provinciale di Siracusa, sospetta che l’operaio abbia un ruolo operativo in questo presunto traffico di droga. Il “suggerimento” arriva dal ritrovamento di un taccuino nella disponibilità dell’operaio: quell’agendina è stata posta sotto sequestro dagli inquirenti che, dalla lettura, contano di poter ricostruire la rete dello spaccio.

L’arresto del quarantaduenne non è stato pianificato, infatti, come emerge nella ricostruzione del comando provinciale dei carabinieri di Siracusa, ad insospettire i militari  è stata la velocità con cui procedeva la macchina dell’operaio, che avrebbe effettuato dei sorpassi con le auto incolonnate.

I carabinieri hanno deciso di fermare il mezzo ma quando hanno chiesto i documenti il conducente avrebbe vuotato il sacco: “quello che cercate è all’interno della macchina” avrebbe detto alle forze dell’ordine.  Racchiusi in una busta di carta, gli inquirenti hanno rinvenuto delle grosse confezioni sigillate contenenti cocaina che l’uomo
stava trasportando verso la città, probabilmente per la vendita al dettaglio.

Le attività si sono quindi estese anche all’abitazione dell’uomo, dove è stato sequestrato denaro contante e vario materiale per  confezionare la droga.

Le indagini non sono affatto chiuse, i controlli sono già estesi a tutti i conoscenti dell’operaio, soprattutto quelli legati agli ambienti della droga.

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