Il pm di Siracusa, Tommaso Pagano, ha chiesto al gup del tribunale di Siracusa il rinvio a giudizio per 12 persone ed il non luogo a procedere per altre 4, tra cui il sindaco di Avola, Luca Cannata, coinvolti nell’inchiesta denominata “Tutti a t’Avola”.
Gli indagati, tra cui imprenditori e funzionari comunali, sono indagati, a vario titolo, per truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico.
Il processo è stato sollecitato per Pietro Argentino, Sebastiano Anselmo, Felice Nastasi, Vincenzo Drovetti, Francesca Buscemi, Stefano Gugliotta, Giuseppe Leone, Vincenzo Leone, Simona Loreto, Umberto Masuzzo, Santo Gionfriddo e Piero Antonio La Bruna.
Non luogo a procedere per il primo cittadino, Corrado Di Stefano, Giovanna Zocco e Natale Zuccarello mentre Salvatore Galioto ha chiesto di essere sottoposto al processo con il rito abbreviato.
La prossima udienza è fissata per il 18 novembre ed in quella occasione il gup deciderà la sorte giudiziaria degli indagati. Va precisato che ci sono indagati, per i quali il pm ha chiesto il giudizio per alcuni capi di imputazione ed il non luogo a procedere per altri.
La vicenda ruota attorno ai lavori di riqualificazione e bonifica di Marina Vecchia ed al sindaco, Luca Cannata è stato indagato solo per falso ideologico per aver fatto “indebite pressioni” al Genio Civile di Siracusa “ai fini del rilascio dell’autorizzazione, nonostante l’incompletezza della documentazione a supporto”.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia di Avola, in quel periodo diretto dal dirigente Fabio Aurilio, il funzionario responsabile del procedimento dell’Ufficio del Genio civile, Giuseppe D’Urso, non avrebbe voluto concedere l’autorizzazione ai lavori senza una consulenza di un geologo. E lo avrebbe fatto presente, in una telefonata, avvenuta il 5 aprile del 2016 all’assessore comunale di Avola, Simona Loreto, che poi informò il sindaco, Luca Cannata. Per la polizia, il primo cittadino avrebbe successivamente telefonato al dirigente dell’Ufficio genio civile di Siracusa, Natale Zuccarello per tentare di stoppare il funzionario. Una tesi smentita dal primo cittadino che ha trovato poi conforto nella richiesta della Procura di escluderlo dal giudizio.
Il collegio difensivo degli indagati è composto dagli avvocati Ezechia Paolo Reale, Antonino Campisi, Salvatore Grande, Giovanni Amenta, Sebastiano Montoneri, Sebastiano Ricupero, Sebastiano Grimaldi, Natale Di Stefano, Enrico Maria Belgiorno, Emanuele Tringali, Giovanni Amenta, Sebastiano Montoneri, Salvatore Grande, Emanuele Bosco.
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