Hanno deciso di organizzare una protesta in piazza Archimede, nel cuore di Ortigia, a Siracusa, davanti alla sede della Prefettura. Circa 50 tassisti hanno manifestato tutto il loro disagio non solo per il crollo degli affari, legato alla mancanza di turisti, che costituiscono la fetta più grossa degli incassi, ma anche per la mancanza di aiuti da parte del Governo nazionale. Da qualche giorno, i tassisti avevano denunciato i propri malumori, del resto vedere le auto vuote li avrebbe scoraggiati e poi alcuni di loro sono gli unici a lavorare in famiglia, per cui il tracollo rischia di essere devastante.

Sono stati creati dei protocolli di sicurezza per i taxi e le auto del noleggio con conducente: i conducenti, infatti devono rispettare l’obbligo di legge che prevede l’igienizzazione e sanificazione della propria auto dopo ogni corsa e quella di indossare mascherine e guanti alla guida.

Ma è tutto il comparto turistico che lancia preoccupanti allarmi, Confindustria Siracusa ha bocciato il decreto Rilancio del Governo ritenendolo insufficiente per far ripartire il comparto turistico. “Le risorse stanziate puntano tutto sul buono vacanza che non riteniamo aiutino le imprese in quanto come è formulato è un ennesimo credito d’imposta che contrasta con le drammatiche esigenze di liquidità che caratterizzano in questo momento le aziende del settore” attacca Giancarlo Mignosa, presidente della sezione Turismo ed Eventi di Confindustria Siracusa.

L’associazione delle imprese formula la sua proposta, l’unica, secondo i loro calcoli, che possa salvare un comparto che a Siracusa rappresenta il 15 per cento del Pil, senza contare che il 96 per cento dei lavoratori, circa 20 mila famiglie, è in cassa integrazione.

“Serve un contributo a fondo perduto alle imprese sul fatturato perso – dice Maurizio Garofalo vicepresidente della Sezione ed un reale sostegno alla liquidità e l’eliminazione delle imposte che gravano sugli immobili ad uso alberghiero. Al momento l’intervento sull’Imu è molto parziale e lascia grandi incognite per i prossimi mesi. Gli imprenditori sono compatti nel sostenere  che occorre un cambio di passo. Anche la Regione Siciliana deve fare la sua parte, meglio di come ha annunciato negli ultimi provvedimenti della Finanziaria anti-covid. Se vogliamo rendere possibile la riapertura, nel mese di luglio o agosto, abbiamo l’esigenza di una serie di misure che accompagnino le imprese fino almeno all’inizio del prossimo anno.