Utenti violenti che mettono a rischio l’incolumità dei ricoverati e degli operatori di una Comunità terapeutica assistita (Cta) di Siracusa.

La denuncia delle associazioni

Lo denunciano le associazioni che fanno parte della Consulta del dipartimento salute mentale di Siracusa, che hanno scritto al presidente del Tribunale di Siracusa ed al direttore generale dell’Asp.

Il problema, sollevato da Paolo Agostino presidente dell’associazione Chiaramente, Carmela Carbonaro presidente di Afadipsi, Luciano Incontro, presidente Cuore Amico, Gaetano Sgarlata, presidente ETS Si può fare per il lavoro di Comunità, Alfredo Taglia Verga, presidente Meta Piccola, riguarda la presenza  “di 2 individui sottoposti a provvedimenti giudiziari ricoverati presso la stessa Cta” che, invece, secondo le associazioni dovrebbero essere ospitati in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems)

Che cosa è una Rems

La Rems è una struttura residenziale per l’accoglienza di persone affette da disturbi mentali, autori di fatti che costituiscono reato, a cui viene applicata dalla Magistratura la misura di sicurezza detentiva del ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario e dell’assegnazione a casa di cura e custodia. Gli accessi avvengono per disposizione della Magistratura per tramite del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

Sono 3 le Rems in Sicilia

Come sostenuto dalle associazioni siracusane sono soltanto 3 le Rems in Sicilia, per cui l’utenza in eccesso viene trasferita nelle Cta, creando dei pericoli molto seri per la sicurezza delle persone.

Le proposte delle associazioni

Le associazioni ritengono importante l’apertura della quarta Rems, “che consentirebbe di dare sistemazione a 20 persone” dice Gaetano Sgarlata ma al tempo stesso sono consapevoli della necessità di altre misure.

Sono due le proposte presentate. “I pazienti ricoverati presso le Rems che hanno già trascorso un periodo di
tempo sufficiente presso tale struttura, tale da avere già superato la sintomatologia più acuta, potrebbero essere trasferiti presso le Cta per completare il percorso terapeutico e giudiziario lasciando il posto ai pazienti più gravi.

Le associazioni spingono perché “vengano attivati presso gli Istituti penitenziari reparti sanitari specializzati per la
cura delle persone autori di reato ed affette da patologia psichiatrica”