la posizione di noi avvocati per la libertà

Vaccini anti Covid19, “la terza dose non è obbligatoria, manca la norma”

  • Un’associazione di avvocati ritiene che la terza dose non può essere obbligatoria
  • Non è coperta da una norma specifica ma solo da una circolare
  • Secondo i legali di questa associazione l’incremento della campagna vaccinale è sbagliata

“La terza dose di vaccino non può essere considerata obbligatoria”.

Lo afferma l’associazione Noi avvocati, Nai, per la libertà per cui non vi è alcuna norma che disciplina l’obbligatorietà della terza somministrazione  anti Covid19 prevista solo “dalle circolari emanate dal Ministero della Salute, di cui l’ultima in data 11.11.2021″.

Dunque, per i legali si tratta di “un mero strumento con il quale il Ministero fornisce le istruzioni agli organi a lui sottoposti per assicurare l’applicazione della normativa vigente”.

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La terza dose per i sanitari

Il Governo nazionale ha previsto l’obbligo per sanitari e gli impiegati delle Rsa,  “oltre che a tutto il personale che, a qualsiasi titolo, entri in contatto con le strutture indicate e, poi, a seguire, a tutte le altre categorie predette”. Sotto questo aspetto, secondo la Nai “i soggetti che hanno ricevuto la prima e la seconda dose hanno già correttamente adempiuto agli obblighi a loro imposti dalla legge”.

La campagna di vaccinazione

Secondo quanto sostenuto dall’associazione Noi avvocati per la libertà, in Italia è in corso “un’ulteriore ed ingiustificata “accelerazione” della campagna vaccinale”.

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Gli stessi avvocati ritengono che i vaccini anti Covid19 non hanno “evidenze scientifiche”  e nonostante questo il Governo “sta incentivando la somministrazione della terza dose, dapprima alle persone fragili per poi estenderla all’intera popolazione over 40, sull’assunto che così si completerebbe il ciclo vaccinale e si metterebbero al riparo i cittadini dalle conseguenze gravi della malattia”.

“Soldi da investire nelle cure”

Gli avvocati della Nai auspicano che  “i soldi di tutti i contribuenti, sia vaccinati che non vaccinati, possano essere impiegati non solo nell’acquisto di vaccini, ma anche nell’acquisto di cure disponibili sul mercato e nel potenziamento delle strutture ospedaliere, per fornire una migliore assistenza ai pazienti tutti”

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