I carabinieri di Pachino hanno denunciato un giovane 20 enne per il danneggiamento, avvenuto meno
di 48 ore fa, in contrada Tre Colli, a Pachino, nel Siracusano. Il giovane, meccanico e incensurato, nella nottata del 26 febbraio, avrebbe danneggiato la segnaletica stradale e delle barriere Jersey che erano state poste dall’Amministrazione comunale.
Il video sui social
Tutte le fasi del danneggiamento sono state “postate” sui profili social dei testimoni pertanto, che i carabinieri hanno acquisito, per cui sono riusciti ad identificare il giovane, denunciato alla Procura della Repubblica di Siracusa. Sono in corso ulteriori accertamenti per identificare altri soggetti partecipanti all’atto vandalico.
Striscia di episodi violenti
Non è la prima volta che a Pachino si verificano episodi di questo tipo. Nei mesi scorsi, due ragazzi si resero protagonisti dell’imbrattamento dei muri di una scuola con una vernice spray, usata anche per un messaggio intimidatorio su alcuni punti di un’auto della Polizia municipale. Un episodio che suscitò una dura reazione da parte della sindaca Carmela Petralito, che si è dimessa nei giorni scorsi, ma, pure in quella circostanza, i carabinieri della stazione di Pachino e della Compagnia di Noto riuscirono ad identificare i responsabili, poi denunciati.
Il pestaggio ed il video sui social
Nell’ottobre scorso, due giovani, entrambi tunisini, rispettivamente di 27 e 22 anni, furono denunciati dalla polizia per un brutale pestaggio ai danni di altri due connazionali. All’aggressione, avvenuta il 9 ottobre a Pachino, nel Siracusano, presero parte altre 4 persone, presumibilmente originari anch’essi del paese nordafricano.
Pestaggio filmato da un testimone
Le indagini subirono una forte accelerazione perché un testimone avrebbe filmato con il suo telefonino la violenza, anche con l’uso di coltelli, ai danni delle 2 vittime, trasferite al Pronto soccorso dove i medici diagnosticarono lesioni provocate da armi da taglio.
Quelle immagini fecero il giro dei social, scatenando molta indignazione tra la comunità, per cui ne seguì un’indagine della polizia che, oltre ad acquisire il video, interrogò alcuni testimoni per ricostruire la vicenda.
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