“La casa reclusione di Noto è una struttura penitenziaria inadeguata a contenere e trattare i detenuti rivoltosi e gli aggressori lo erano”. Lo afferma il segretario regionale del Sappe, Calogero Navarra, che, in merito al brutale pestaggio ai danni di 4 agenti  in servizio al carcere di Noto da parte di alcuni detenuti, ha inviato una lettera ai vertici nazionali e regionali dell’amministrazione penitenziaria.

La capienza ed il personale

La struttura di Noto ospita, secondo i dati forniti dal Sappe, circa 136 detenuti mentre sono 60 gli agenti di Polizia penitenziari, di cui 5 assenti per un lungo periodo ma “giustificati” precisa il sindacato.

Detenuto aggressore campione di lotta

Il Sappe, a proposito di uno degli aggressori, sostiene che è un recidivo, in altri istituti avrebbe dato molti problemi e come se non bastasse è un ex campione europeo di lotta

Le lacune del carcere di Noto

Il segretario regionale del Sappe elenca una serie di lacune, per cui ritiene la struttura inadeguata, peraltro visitata nei giorni scorsi dal Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della regione siciliana. “Bisogna sapere
che nel penitenziario di Noto – dice il segretario regionale del Sappe, Calogero Navarra – non esiste l’ufficio posta detenuti, che non esiste l’ufficio comando, che i conti correnti sono accorpati al sopravvitto, che non esiste l’unità operativa colloqui, quella che c’è è una doppia veste di già cariche fisse”.

Inoltre, “Il casellario e la lavanderia sono accorpati, insomma, tutto ciò per una popolazione detenuta che non lavora e facinorosa rende complicata la gestione che, fino a ieri non ha avuto modo alcuno di prevedere una bomba ad orologeria che prima o poi doveva esplodere” aggiunge il segretario regionale del Sappe, Calogero Navarra.

La gestione

Secondo il Sappe non è sufficiente “avere trasferito i solo quattro aggressori”, anzi “un minimo di sfollamento sia doveroso alfine ripristinare le condizioni lavorative degli appartenenti al corpo della Polizia penitenziaria in servizio a Noto”.  “C’è tanto da rivedere iniziando dalla gestione degli utenti e quanto altro ne consegue a seguire” conclude Navarra.