Altra medaglia dalla scherma targata Sicilia per la scherma italiana alle Olimpiadi di Tokyo. Dopo l’argento nel fioretto maschile dell’acese Daniele Garozzo, infatti, arriva il bronzo nella spada a squadre femminile. Alla Makuhari Messe il team azzurro vince la finale 23-21 sulla Cina al termine di una serie di assalti equilibrata e sportivamente drammatica. Soprattutto nel finale. E c’è più di un pezzo di Sicilia protagonista con Rossella Fiamingo ed Alberta Santuccio. In precedenza, l’Italia aveva battuto ai quarti di finale la Russia e perso con l’Estonia in semifinale.
Rossella Fiamingo, dopo la delusione di qualche giorno fa nel singolare quando si è dovuta inchinare all’estone Katrina Lehis (futura medaglia di bronzo), partecipa al cammino azzurro che è valso il terzo posto.
Nella finale per il terzo posto ha iniziato la serie partendo non benissimo perdendo il primo assalto per 2-0 contro la Zhu.
Tuttavia, rotto il ghiaccio la spadista catanese sfodera una grande prestazione nell’assalto con la Xu. L’Italia è in svantaggio per 6-7 e Fiamingo trova un parziale di 4-0 che ribalta la situazione e dà il via alla corsa per il terzo gradino del podio. Mara Navarria fa altrettanto bene e l’Italia vola sul 15-7. La Zhu è annichilita. È il turno di Isola che non va a fondo e la Cina recupera sul 15-11.
L’assalto di Navarria porta l’Italia sul 19-13 alla vigilia dell’ottavo e penultimo assalto. Va così bene che si decide di mandare Alberta Santuccio, riserva, in pedana in sostituzione di Rossella Fiamingo. Il motivo è semplice: permettere anche alla giovane spadista etnea di ricevere la medaglia.
Santuccio affronta Lin Sheng e fa il suo compito: limita i danni, difende bene, spreca anche una stoccata facile ma ne mette a segno una decisiva, quella del 20-15. L’ottavo assalto si chiude 20-16 con 4 stoccate di vantaggio per l’Italia.
Il finale è drammatico: Federica Isola tocca per il 21-16 ma la Zhu non ci sta e rimonta fino al 22-21. Nel finale Isola tocca ancora e l’Italia vola sul 23-21. La cinese si infortuna e dopo la pausa per le cure necessarie prova generosamente un recupero impossibile. È tardi, non c’è più tempo: è festa azzurra, targata sicilia.