• Tre le medaglie individuali alle olimpiadi giapponesi
  • L’oro di Busà nel karate, l’argento di Garozzo nella scherma e Pizzolato nel sollevamento pesi
  • Bronzo azzurro nella spada a squadre femminile griffato Fiamingo e Santuccio
  • Le pagaiate d’argento del “palermitano” Rizza nel kayak k200
  • Buone prove di Randazzo e Zoghlami nell’atletica
  • Delusioni nel ciclismo, nella pallavolo e, nonostante i podi, nella scherma

Un oro, un argento ed un bronzo individuale, un altro terzo posto guadagnato in squadra e tanti piazzamenti, anche di grande pregio, e diverse delusioni cocenti. Il bilancio dei 18 siciliani alle Olimpiadi di Tokyo è positivo e non distante da quanto fatto 5 anni prima a Rio.

A Tokyo arrivano tre medaglie individuali su 40 totali della spedizione azzurra da record. Quattro complessive grazie a Fiamingo e Santuccio nel quartetto azzurro che ha centrato il bronzo nella spada femminile. Cinque (o 4+1) se si considera l’argento di Rizza, pavese ma di famiglia siciliana.

Busà, oro nel karate firma il record azzurro

La massima gioia olimpica arriva dal karate, specialità kumite -75 chili grazie a Luigi Busà. L’avolano, classe ’87, ha rispettato i favori del pronostico vincendo l’oro al termine di un torneo esaltante che ha posto il sigillo su una carriera sportiva strepitosa.

Due volte campione del mondo (Tampere 2006 e Parigi 2012), cinque volte campione europeo e 13 titoli italiani, più tante medaglie iridate e continentali. E ora anche campione olimpico. Busà sul tatami del tempio delle arti marziali del Nippon Budokan ha battuto in finale l’azero Rafael Aghayev. Capitano della nazionale di karate ed atleta dei carabinieri ha coronato il suo sogno a cinque cerchi ed ha firmato il record per l’Italia: è sua la 37ma medaglia in una Olimpiade. Primato poi ritoccato dalla staffetta 4×400 uomini che ha vinto l’oro e dai bronzo di Abraham Conyedo nella lotta e delle “Farfalle” della ginnastica ritmica.

Il karate a Parigi 2024 non ci sarà. Ma Busà canta a squarciagola l’inno di Mameli godendosi il momento atteso e coccolando la sua medaglia d’oro.

Garozzo, un fioretto d’argento “amaro”

Il risultato rimane straordinario ma l’argento è un po’ amaro per Daniele Garozzo, secondo nel fioretto. Era il campione in carica di Rio 2016 ma a Tokyo pur recitando un ruolo da protagonista negli assalti di semifinale e finale ha subito un infortunio muscolare alla coscia destra che lo ha frenato.
Nella pedana del al Makuhari Messe, il catanese ha ceduto in finale all’atleta di Hong Kong Ka Long Cheung per 15-11 non riuscendo quasi mai a dare la sensazione di poter competere fino in fondo per l’oro.

Ma al termine, dopo la delusione, ha analizzato la sua sconfitta e non ha accampato scuse “Ha tirato meglio di me, c’è poco da dire. Ho lasciato troppo il centro pedana ma non avevo le gambe per difendere tutta la pedana, mentre lui stava benissimo”. È andata peggio nella squadra, fermata ai quarti di finale dal Giappone e lontana dal podio.

Pizzolato, un bronzo nel sollevamento pesi dedicato ai nonni

Ha sollevato complessivamente 365 chili tra strappo e slancio ed ha provato anche a conquistare l’argento mancandolo di poco. Nino Pizzolato ha conquistato un bronzo di pregio nel sollevamento pesi nella categoria 81 kg.

Due volte campione europeo, fresco di bis continentale conquistato a Mosca, il 24enne di Castelvetrano ha centrato il podio a Tokyo superato solo dal cinese Lyu Xiaojun (oro con 374 chili) ed al dominicano Bonnat Michel, argento con 367 chili.

“La dedico ai miei nonni, che ho perso recentemente: Baldassare, Ninfa, Antonino e Antonietta – ha detto –. La voglia di portare a casa quel 210 è ancora grande ma intanto abbiamo fatto capire che i cinesi non sono lontani, anzi la Cina adesso sa che ci siamo”.

Spada di bronzo a squadre per Fiamingo e Santuccio

Dopo la delusione individuale per la catanese Rossella Fiamingo – fermata ai quarti dall’estone Katrina Lehis – la vicecampionessa olimpica di Rio 2016 è riuscita a salire ugualmente sul podio centrando il bronzo con la squadra a trazione siciliana.

Nella finale per il terzo posto, vinta in modo drammatico contro la Cina per 23-21 c’è stato spazio anche per la giovane etnea Elena Santuccio che ha amministrato bene il vantaggio e limita i danni piazzando la stoccata del 20-15 alla Lin Sheng.

Rizza nel kayak, un argento pavese dal sapore “palermitano”

E se si considerano le origini siciliane di Manfredi Rizza (papà e mamma, palermitani) il bilancio lieviterebbe ancora. Rizza ha sfoderato un capolavoro nel kayak K1 200, ovvero nella gara più veloce del palinsesto olimpico della specialità. Si è qualificato grazie al secondo posto in batteria con autorità e poi grazie ad una partenza a razzo ha conquistato un secondo posto importante. Battuto solo dall’ungherese Sándor Tótka ma davanti al britannico Liam Heath che cinque anni prima aveva vinto l’oro.

Burgo tanta esperienza ed una finale B vinta

Il canoista siracusano Samuele Burgo ha chiuso la sua prima esperienza a cinque cerchi con un terzo posto nella finale B del K2 1000 in coppia con Luca Beccaro. Un risultato che gli è valso l’undicesimo posto assoluto nella specialità. La coppia azzurra aveva chiuso in quinta posizione la semifinale, mancando quindi per poco l’accesso alla finale per le medaglie.
Burgo, nel K1 1000, ha vinto la finale B centrando la nona posizione assoluta dopo l’eliminazione beffarda in semifinale.

Randazzo e Zoghlami in finale del lungo e dei 3000 siepi

Buoni risultati dall’atletica leggera per Filippo Randazzo nel salto in lungo ed Ala Zoghlami nei 3000 siepi. Entrambi hanno centrato la loro finale al loro esordio olimpico.
Settimo Randazzo con 7m99cm. Un peccato vista la misura di 8m10cm con la quale si era qualificato. Lontano dalle medaglie ma grande esperienza per il lunghista di Caltagirone tesserato per le Fiamme Gialle, quarto azzurro di sempre in una finale olimpica di specialità.

Ottima prova complessiva di Ala Zoghlami pur con qualche rimpianto che dopo una semifinale autorevole che gli è valsa anche il record personale, nella prova conclusiva dei 3000 siepi è arrivato nono. Il giovane di Valderice ha dimostrato di avere nelle gambe e nella mentalità la possibilità di crescita.
Sfortuna per il fratello gemello Osama Zoghlami, fuori dalla finale per appena 15 centesimi di secondo al termine di una batteria di semifinale lentissima e che lo ha penalizzato.

Nel ciclismo Nibali e Caruso generosi ma lontani dai primi

Alla vigilia c’erano tante speranze nel ciclismo. Vincenzo Nibali non ha bisogno di presentazioni, Damiano Caruso è stato protagonista al Giro. Purtroppo sotto al Fuji non c’è stata fortuna, né per loro né per il resto degli azzurri che non sono mai stati in lotta per una medaglia. Alla fine: Caruso 24°, lo Squalo dello Stretto 53°.

Alice Mangione da record italiano nella staffetta mista

Alice Mangione, velocista di Caltanissetta tesserata nell’Esercito, ha corso nella 4×400 e nella 4×400 mista.
Nella femminile, con Maria Benedicta Chigbolou, Petra Nardella e Rebecca Borga si è classificata settima nella batteria di qualificazione in 3’27”74. Troppo forti Usa, Gran Bretagna e Giamaica. Troppo lontane le altre. Mangione in seconda frazione, è stata la più veloce delle sue compagne con 50’76.

Nella 4×100 mista con Edoardo Scotti, Rebecca Borga e Vladimir Aceti, la nissena ha chiuso al quinto nella seconda batteria col tempo di 3’13”51. Il record italiano ma non è bastato per la finale.

Aria di olimpiadi per Giuseppe Leonardi che è stato riserva nella 4×400 maschile e nella 4×400 mista.

L’ericino Mazzara ha gareggiato nello skateboard

Il giovanissimo Alessandro Mazzara ha chiuso le eliminatorie in 12ma posizione nel park maschile dello skateboard. Poca fortuna per lui che è arrivato a Tokyo con i postumi di un infortunio subito venti giorni prima dell’apertura dei Giochi. Finale mancata ma sicura esperienza da portare con sé. Ha coronato un sogno, come lui stesso ha scritto su Instagram.

Delusione nella pallavolo donne

Una delle più grandi delusioni è arrivata dalla pallavolo femminile. La squadra capitanata dalla palermitana Miriam Sylla (alla sua seconda olimpiade di fila), dopo aver disputato un buon girone eliminatorio, è stata superata senza appello in tre set della Serbia nei quarti di finale.
Le azzurre, alla vigilia, erano annoverate tra le favorite per una medaglia, se non per l’oro.

Scherma con tante eliminazioni premature

E, nonostante le due medaglie vinte, la scherma ha riservato diverse delusioni risultando – in generale – sottotono per i colori azzurri e, di conseguenza, siciliani.
Giorgio Avola, fiorettista modicano con un palmares ricco nel quale figurano un oro olimpico (Londra 2012), 4 mondiali a squadre e un bronzo individuale, nonché un europeo singolare e 3 a squadre, puntava al gradino più alto del podio con la squadra. Cocente il 45-43 subito dal Giappone ai quarti di finale con azzurri lontani dal podio.

Nella spada, niente da fare per il catanese Enrico Garozzo, superato 15-12 dal giapponese Koki Kano nei sedicesimi di finale. Male anche con la squadra, eliminata al primo turno senza appello dalla rappresentativa russa (Roc) per 45-34 e settima finale (36-34 alla Svizzera). A Rio, Enrico Garozzo centrò l’argento a squadre nella stessa specialità con Marco Fichera. Quest’ultimo, si è fermato al primo turno incrociando la lama del kazako Ruslan Kurbanov.

Così a Rio

Cinque anni fa, a Rio, i siciliani portarono a casa un bottino più pesante grazie alla scherma ed alle convocazioni di pallavolisti e pallanuotisti nelle nazionali che arrivarono a podio. A livello individuale arrivano un oro nel fioretto individuale con Daniele Garozzo, un argento con Rossella Fiamingo nella spada individuale femminile. Poi, un altro argento con Enrico Garozzo, Marco Fichera e Paolo Pizzo nella spada a squadre.

Altri due secondi posti arrivarono da sport di squadra con Pasquale Sottile nella pallavolo maschile e con Rosaria Aiello nella pallanuoto femminile.
Bronzo, infine, con Valentino Gallo che ha fatto parte del settebello della pallanuoto.

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