PALERMO (ITALPRESS) – “L’assemblea di oggi nasce dalla volontà di sostenere e ribadire le posizioni degli enti locali, posizioni continuamente mortificate soprattutto dalla madre di tutti i problemi, ovvero la mancata applicazione del federalismo fiscale che ha messo in ginocchio il sistema delle autonomie locali”. Lo ha detto Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia, che questo pomeriggio ha aperto l’Assemblea dei sindaci siciliani, e ha esposto un quadro dettagliato delle maggiori criticità degli enti locali. Per esempio, l’abbandono del criterio della finanza derivata; la mancata applicazione della legge 42 del 2009 sul federalismo fiscale; la riduzione dei trasferimenti regionali e nazionali; la difficoltà nella gestione dei tributi locali e inadeguatezza della società regionale di riscossione dei tributi, ovvero Riscossione Sicilia; la necessità di un confronto strutturato e duraturo tra Stato, Regione Siciliana ed enti locali; l’alto numero di Comuni in crisi finanziaria tra dissesti e pre-dissesti; Comuni che pagano in ritardo i debiti commerciali; Comuni che, nella maggior parte dei casi, approvano gli strumenti finanziari dopo la scadenza dei termini.
E ancora: carenza di figure professionali nei servizi finanziari, negli uffici tecnici e nei servizi sociali; criticità delle attuali norme in materia di assunzione del personale degli enti locali; anomalia derivante dal mancato recepimento in Sicilia delle norme, vigenti nel resto d’Italia, in materia di incentivi all’associazionismo fra i comuni; criticità sul piano della riscossione dei tributi locali; mancata applicazione anche in Sicilia dei fabbisogni standard; il paradosso della norma che, prevista nell’ultima Legge di Bilancio, stanzia 100 milioni di euro in favore di tutti i comuni in crisi finanziaria ad eccezione di quelli siciliani (commi da 775 a 777 della legge 30 dic. 2000 n.178). Anci Sicilia parla anche di risorse stanziate per assunzioni di assistenti sociali, in deroga alle norme in materia di personale, destinate solamente ai distretti socio-sanitari nei quali c’era già una minima presenza di tali figure, lasciando del tutto privi di finanziamento quegli ambiti dove si registravano ridottissime presenze di tale personale (art. 1 comma 797 della legge 30 dicembre 2020 n.178); previsioni normative con specifiche finalità che erogano risorse finanziarie in favore degli enti locali con maggiore capacità di progettazione escludendo, di fatto, in maniera paradossale gli enti in difficoltà.
L’associazione dei Comuni siciliani ricorda inoltre che il governo regionale, nella Legge di Stabilità 2020, ha previsto significative risorse attraverso un Fondo perequativo per consentire riduzioni ed esenzioni di tributi locali in favore degli operatori economici e risorse per investimenti rispetto ai quali a tutt’oggi, a distanza di oltre un anno, non si hanno ancora adeguate informazioni sul loro utilizzo. E infine, si reclama il mancato allineamento alle norme regionali in materia di ordinamento degli enti locali con le norme nazionali in materia finanziaria e sul personale.
“Per tutti questi motivi – ha aggiunto il presidente Orlando – chiediamo un tavolo di confronto tra Stato, Regione ed Enti locali in cui sia possibile affrontare complessivamente la condizione di sofferenza dei comuni siciliani”.
Se da un lato il segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano, che ha coordinato i lavori dell’Assemblea, ha ribadito la necessità di una sede adeguata di confronto per superare i limiti dell’attuale quadro normativo e per garantire i servizi essenziali ai cittadini, dall’altro il vicepresidente vicario dell’Associazione, Luca Cannata, ha sottolineato che “la difficile situazione economica vissuta in questi mesi di emergenza sanitaria e la profonda incertezza in merito all’erogazione delle risorse, non ci permette di dare sicurezza e fiducia ai nostri concittadini. Per questo chiediamo maggiori trasferimenti e maggiore elasticità nell’applicazione delle norme”.
“L’Assemblea – ha concluso il Orlando – vede una condivisione unanime di analisi e proposte e sta valutando iniziative forti per il coinvolgimento di Stato e Regione”.
(ITALPRESS).
E ancora: carenza di figure professionali nei servizi finanziari, negli uffici tecnici e nei servizi sociali; criticità delle attuali norme in materia di assunzione del personale degli enti locali; anomalia derivante dal mancato recepimento in Sicilia delle norme, vigenti nel resto d’Italia, in materia di incentivi all’associazionismo fra i comuni; criticità sul piano della riscossione dei tributi locali; mancata applicazione anche in Sicilia dei fabbisogni standard; il paradosso della norma che, prevista nell’ultima Legge di Bilancio, stanzia 100 milioni di euro in favore di tutti i comuni in crisi finanziaria ad eccezione di quelli siciliani (commi da 775 a 777 della legge 30 dic. 2000 n.178). Anci Sicilia parla anche di risorse stanziate per assunzioni di assistenti sociali, in deroga alle norme in materia di personale, destinate solamente ai distretti socio-sanitari nei quali c’era già una minima presenza di tali figure, lasciando del tutto privi di finanziamento quegli ambiti dove si registravano ridottissime presenze di tale personale (art. 1 comma 797 della legge 30 dicembre 2020 n.178); previsioni normative con specifiche finalità che erogano risorse finanziarie in favore degli enti locali con maggiore capacità di progettazione escludendo, di fatto, in maniera paradossale gli enti in difficoltà.
L’associazione dei Comuni siciliani ricorda inoltre che il governo regionale, nella Legge di Stabilità 2020, ha previsto significative risorse attraverso un Fondo perequativo per consentire riduzioni ed esenzioni di tributi locali in favore degli operatori economici e risorse per investimenti rispetto ai quali a tutt’oggi, a distanza di oltre un anno, non si hanno ancora adeguate informazioni sul loro utilizzo. E infine, si reclama il mancato allineamento alle norme regionali in materia di ordinamento degli enti locali con le norme nazionali in materia finanziaria e sul personale.
“Per tutti questi motivi – ha aggiunto il presidente Orlando – chiediamo un tavolo di confronto tra Stato, Regione ed Enti locali in cui sia possibile affrontare complessivamente la condizione di sofferenza dei comuni siciliani”.
Se da un lato il segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano, che ha coordinato i lavori dell’Assemblea, ha ribadito la necessità di una sede adeguata di confronto per superare i limiti dell’attuale quadro normativo e per garantire i servizi essenziali ai cittadini, dall’altro il vicepresidente vicario dell’Associazione, Luca Cannata, ha sottolineato che “la difficile situazione economica vissuta in questi mesi di emergenza sanitaria e la profonda incertezza in merito all’erogazione delle risorse, non ci permette di dare sicurezza e fiducia ai nostri concittadini. Per questo chiediamo maggiori trasferimenti e maggiore elasticità nell’applicazione delle norme”.
“L’Assemblea – ha concluso il Orlando – vede una condivisione unanime di analisi e proposte e sta valutando iniziative forti per il coinvolgimento di Stato e Regione”.
(ITALPRESS).
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