L’Amap, municipalizzata di Palermo che gestisce il servizio idrico e fognario in una trentina di Comuni del palermitano, potrebbe presto anche sbarcare nella provincia trapanese. “Non ci sono alternative alla gestione pubblica dell’acqua, al momento è questa l’unica strada che garantisce i cittadini della provincia di Trapani sotto il profilo della qualità e dei costi”. È la posizione espressa dal sindaco di Salemi, Domenico Venuti, nel corso dell’Assemblea territoriale idrica con gli altri sindaci del Trapanese. Al centro dell’incontro la scelta sulla gestione pubblica o privata del servizio. Nel corso dell’assemblea Venuti, che è anche segretario provinciale del Pd, ha ricordato la sua proposta di guardare all’Amap, società pubblica partecipata del Comune di Palermo, come possibile interlocutore per il servizio idrico nei comuni trapanesi. Una soluzione verso la quale il sindaco di Salemi aveva mosso alcuni passi avviando una interlocuzione.
“Società che svolge bene il servizio”
“Sarebbe assurdo non provare a intraprendere un percorso con una società pubblica che funziona e che svolge bene il servizio – prosegue Venuti -. Nei mesi scorsi mi sono speso per cercare di trovare dei punti di contatto tra l’Ati e Amap, azienda virtuosa, con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini. Sono profondamente convinto, infatti, che la gestione pubblica del servizio idrico sia la strada giusta e che l’affidamento ai privati non dia le stesse garanzie, anche per i Comuni. Scegliendo la via del pubblico, infatti, gli enti entrerebbero nella gestione in house del servizio idrico, potendo in questo modo tutelare da vicino gli interessi dei cittadini”.
La discussione intavolata oggi
Oggi l’assemblea dei sindaci della provincia di Trapani ha discusso sulla forma di gestione, pubblica, mista o privata, che il sistema idrico integrato avrà nei prossimi 30 anni. L’assessore di Calatafimi, Massimo Fundarò, ha espresso chiaramente la sua posizione a favore della gestione pubblica in house. “Le esperienze di privatizzazione dell’acqua in Sicilia si sono rilevate fallimentari – sostiene -. Credo che ci sia bisogno di una efficiente e virtuosa gestione pubblica dell”acqua che punti non al profitto ma ad un ammodernamento e rifacimento del sistema idrico e depurativo delle nostre città e dell’intero territorio trapanese. Tenuto conto, anche, della rilevanza che la pulizia delle acque costiere rivestono per una provincia a vocazione turistica”. La decisione definitiva sarà assunta il 29 giugno in una prossima assemblea dell’ Ati.
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