Pumba, un esemplare della rara e minacciata aquila di Bonelli, è stato ucciso a fucilate nelle vicinanze del lago Rubino, a Fulgatore, in provincia di Trapani.

Era nato la primavera scorsa ed era sorvegliato da maggio dalla squadra del progetto Life ConRaSi, grazie ad un trasmettitore satellitare che l’animale indossava sul dorso.

Il giovane rapace è stato recuperato ieri. Pumba si era stabilito intorno ad un invaso e si spostava anche nei campi circostanti. Recuperata da Luigi Barraco e da Anna Giordano, ornitologa e direttore dell’Oasi Wwf Saline di Trapani e Paceco, l’aquila è stata consegnata al personale dell’ispettorato Ripartimentale delle Foreste del capoluogo per poi essere trasferita all’istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia.

Effettuati gli accertamenti diagnostici, è emerso che a causare il decesso sono stati i danni causati da una fucilata: 7 pallini di piombo nella zona toracica.

“Il gravissimo atto di bracconaggio risale a lunedì 24, in un periodo in cui la caccia è chiusa. Non c’è dubbio che si tratti di un atto doloso, dato che il rapace è facilmente riconoscibile”, affermano gli ambientalisti.

Aquila fasciata (nome scientifico dell’aquila di Bonelli) e’ una specie particolarmente protetta dalle leggi dell’Unione
europea quale specie di interesse comunitario che richiede una protezione rigorosa. In Italia nidifica solo in Sicilia ed è
inserita nella Lista Rossa delle specie italiane nella categoria “in pericolo critico”.

“Dopo l’uccisione di Clara, l’esemplare di capovaccaio rinvenuto lo scorso 3 settembre non lontano da Mazara del Vallo, sempre in provincia di Trapani, questo ennesimo gravissimo conferma che la situazione del bracconaggio in Sicilia occidentale è, ormai fuori controllo”, denuncia il Wwf, proprietario del trasmettitore satellitare, che metterà a disposizione degli investigatori i dati registrati negli ultimi giorni di vita di Pumba e ha intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo contro il bracconiere.

Il WWF ribadisce inoltre la richiesta di una task force anti bracconaggio in Sicilia. “Il ripetersi di questi gravissimi crimini di natura solo danneggiano gravemente il patrimonio naturalistico nazionale ed europeo ma causano anche un danno economico importante”, sostengono gli animalisti.

Articoli correlati