“La legge italiana sull’aborto è come i crimini di Menghele”. Protagonista di questo messaggio padre Bruno De Cristofaro, sacerdote presso l’Opera religiosa di contrada Birgi, frazione di Marsala. Ha postato il video su Facebook con tanto di didascalia dedicata alla “Giornata della Memoria” e al 27 Gennaio 2021. “Papa Francesco ci ha imposto di ricordare quale segno di civiltà, per evitare di ricadere negli errori del passato, ricordare serve per capire e se non si capisce ricordare è perfettamente inutile”. Queste le sue parole.
Polemiche sui social
Stanno facendo discutere le parole del prete, sacerdote dell’Opera religiosa di contrada Birgi che, il 27 gennaio scorso, ha postato su YouTube un video in cui paragonava la legge sull’aborto all’Olocausto. “Nel campo di concentramento di Auschwitz, il dottor Mengele, conosciuto come “l’angelo della morte”, un giorno con un gessetto bianco tracciò una linea su un muro, alta circa 1 metro e 50. Decretò che coloro che superavano questa linea, bambini e ragazzi, potevano vivere. Tutti gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Che differenza c’è tra lui e una legge che dice che si merita tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi? C’è la stessa arbitrarietà”, si chiede il prete.
Paragonato sterminio all’aborto
Sulla questione interviene Milena Gentile, Responsabile del Dipartimento Pari Opportunità e Politiche di Genere del PD Sicilia e Presidente di Emily: “Gravissimo che un giovane prete colga l’occasione della commemorazione delle vittime dell’Olocausto per sferrare un attacco violento alle donne, paragonando quello sterminio all’aborto. Il risultato è duplice: da un lato considerare alla stessa stregua di spietati assassini le donne che con dolore decidono di abortire e, dall’altro, sminuire l’orrore diabolico dei campi di sterminio.
Un attacco alla donne
“E’ chiaro – sostiene Gentile -, che in atto c’è un attacco ai diritti delle donne, c’è il tentativo di trascinare nell’oscurantismo la nostra cultura, ma soprattutto quello che dovrebbe preoccupare maggiormente è la costruzione di una resistenza, tacita ma violenta, ai sempre crescenti movimenti di donne che pretendono centralità nell’agenda politica dei partiti e dei governi. Alla ostinazione nel tenere le donne ai margini dei luoghi delle decisioni si affianca un gravissimo attacco all’autonomia delle scelte femminili. Il cimitero dei Bambini mai nati, destinato ai feti abortiti contrassegnati con i nomi delle madri, è un altro grave esempio di gogna cui si vogliono trascinare le donne. E tutto questo avviene in un momento in cui ogni tre giorni una donna viene uccisa dal suo partner. Se non cambiamo rotta saremo tutti e tutte complici di questa strage. Chiediamo, pertanto, che la Chiesa ponga un argine netto a questi fanatismi, affermando univocamente lo spirito illuminato di Papa Francesco e prendendo in modo inequivocabile le distanze da esternazioni e iniziative che ci riportano al Medioevo”.
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