I segretari regionali degli agenti penitenziari il 2 dicembre visiteranno il carcere Pietro Cerulli al centro dell’ultima inchiesta che ha visto l’arresto di 11 agenti, la sospensione di 14 detenuti e complessivamente 46 penitenziari indagati per gli abusi commessi contro i detenuti.
Solidarietà ai lavoratori
“Abbiamo deciso di visitare il carcere di Trapani non solo per fotografare le condizioni dei posti di servizio, ma anche per consegnare un segno di vicinanza ai lavoratori sicuramente scossi per quanto accaduto”. Lo dicono Calogero Navarra segretario regionale del Sappe, Rosario Di Prima del Sinappe, Dario Quattrocchi dell’Osapp, Gioacchino Veneziano Uil Polizia Penitenziaria, Francesco D’Antoni, Uspp, Domenico Ballotta, Fns Cisl, Gaetano Agliozzo, Fp Cgil.
Verifica delle condizioni di lavoro
La decisione è stata presa per visitare e fotografare tutti i luoghi dove operano i poliziotti penitenziari per certificare le difficoltà operative, logistiche, organiche e gestionali che vivono i lavoratori in divisa.
Censura e limitazioni del Dap
“Spiace costatare – dicono i leader regionali dei sindacati – la censura imposta dal Dap nella impossibilità di divulgare le foto che avrebbero consegnato all’opinione pubblica una realtà lavorativa complessa e complicata, ma addirittura nella limitazione all’accesso delle delegazioni sindacali, quando ad agosto in pieno piano ferie del personale per altre visite di organismi esterni sono state autorizzate ingressi di oltre 45 persone tra avvocati, garanti e altre associazioni.
Conferenza stampa e rimostranze
Nondimeno, comunichiamo che indiremo una conferenza stampa nella piazza antistante il carcere di Trapani alle ore 11.30, ma trasmetteremo le nostre rimostranze agli organi competenti giacché a nostro parere queste limitazioni rasentano il comportamento antisindacale anche perché sicuramente non rivelare dove operano i lavoratori indica una chiara volontà di nascondere la realtà”.
“La situazione nel carcere di Trapani è altamente critica”, Faraone lancia l’allarme
“Questa mattina abbiamo visitato il carcere Pietro Cerulli di Trapani, lo stesso in cui scorsi si sono verificati i casi di tortura che hanno portato nei giorni scorsi all’arresto di 11 agenti della Polizia penitenziaria”. Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera.
“E’ doveroso che si faccia piena luce su quanto accaduto e si chiariscano le responsabilità rispetto a una condotta gravissima. Tuttavia, bisogna fare attenzione a non criminalizzare l’intero corpo della polizia penitenziaria. La visita di oggi ci ha fatto anzi constatare le condizioni di estrema difficoltà a cui devono far fronte gli agenti di Trapani. Gli organici sono sguarniti del 30% rispetto alle necessità e tale carenza è aggravata dalla presenza di molti detenuti psichiatrici. L’assistenza medico-sanitaria è ridotta a livelli minimi, le strutture bisognose di interventi seri. La situazione è critica per gli stessi detenuti, costretti a trascorrere le giornate in celle stracolme, con attività ridotte al minimo dalla mancanza di personale. Insomma, al Cerulli il sogno di Delmastro di togliere il respiro ai detenuti è pienamente realizzato. Il problema è che con il governo Meloni tanti mafiosi possono respirare benissimo perché, a dispetto delle sparate di Delmastro, non si è fatto nulla per evitare che escano di prigione”, ha concluso.
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