Otto anni e 4 mesi di carcere ancora da scontare per il boss di Castellammare del Golfo e i suoi affiliati, due imprenditori. E’ il totale delle condanne inflitte in cassazione ai tre imputati, tra cui spicca il nome del boss Mariano Saracino.

Le condanne

I tre, il boss e due imprenditori compiacenti, furono arrestati con altre persone nell’ambito dell’operazione antimafia “Cemento del golfo”. Adesso arriva a conclusione un troncone del processo, quello in abbreviato. La pena più pesante inflitta a Mariano Saracino, 75 anni, con precedenti condanne per mafia definitive. Ha avuto inflitti 10 anni e 2 mesi, e di questi gliene restano da scontare 4 anni. La suprema corte ha condannato anche gli imprenditori Vito e Martino Badalucco, padre e figlio rispettivamente di 65 e 41 anni. Al primo sono stati inflitti 8 anni, al secondo 8 anni e 6 mesi. Gli restano da scontare rispettivamente 1 anno e 11 mesi e 2 anni e 5 mesi. Sono ritenuti responsabili del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso anche se è caduta già in secondo grado l’accusa di appartenere a Cosa nostra.

I ruoli apicali nel mandamento

I provvedimenti costituiscono dall’esito processuale in abbreviato delle indagini condotte tra il 2013 ed il 2016 dai carabinieri di Alcamo. Operazione antimafia che fu coordinata dalla Dda di Palermo. Gli accertamenti condotti all’epoca riuscirono a ricostruire l’organigramma della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, nella quale gli arrestati erano inseriti con ruoli apicali e di cui Saracino era l’allora reggente.

Le intimidazioni

Nello specifico, l’indagine era scaturita da una recrudescenza di attentati incendiari ai danni di imprenditori operanti nell’edilizia nel territorio di Castellammare del Golfo. Da qui scaturirono le attività investigative che avevano permesso di comprendere il perché di quei raid dolosi. L’organizzazione mafiosa danneggiava i mezzi e i veicoli delle aziende del settore dell’edilizia e del movimento terra. Questo per intimidire e permettere di pilotare gli appalti sempre verso le aziende “amiche”.

Il cemento da una sola ditta

I sodali avevano costretto alcuni committenti di lavori edili, con pressioni ed intimidazioni, a rifornirsi di cemento da ditte riconducibili alla famiglia mafiosa. I carabinieri hanno arrestato i tre condannati e trasferiti nella casa circondariale di Trapani, come disposto dall’autorità giudiziaria.

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