La difesa dell’ex magistrato Maria Angioni, sotto processo a Marsala per false informazioni al pm nell’ambito delle nuove indagini aperte dalla Procura sul caso Denise nella primavera dello scorso anno, ha rinunciato ad ascoltare gli ultimi testi che aveva citato. E cioè Stefania Letterato e l’ex consulente tecnico della Procura di Marsala Paolo Agate.

L’udienza

Nella precedente udienza, aveva già rinunciato ad ascoltare Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo (Tp) il primo settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. “Ormai, ai fini del processo – ha spiegato l’avvocato difensore Andrea Pellegrino – le testimonianze già rese sono sufficienti”. Per il prossimo 5 dicembre è prevista la requisitoria pm Roberto Piscitello e la sentenza. Oggetto del processo è la presunta “inaffidabilità o infedeltà, all’epoca, del commissariato di Mazara”, come ha paventato la Angioni, che fu uno dei pm che coordinò le indagini sul sequestro Denise e che in una precedente udienza del processo a suo carico ha dichiarato che da maggio 2005 non diede più deleghe di rilievo alla polizia di Mazara, ma soltanto adempimenti meno importanti. Per l’accusa, invece, ci sono “atti da cui si evince la perduranza delle indagini di polizia del commissariato di Mazara anche dopo maggio 2005. Sono 49 documenti del 2005 e non si tratta di deleghe poco importanti”. Il processo alla Angioni si svolge davanti al giudice monocratico Giuseppina Montericcio.

Anche negli anni scorsi si era già parlato di pista rom grazie ad un video realizzato con un telefonino dell’epoca da una guardia giurata che operava a Milano. La guardia riprese una bambina che parlava italiano e veniva chiamata Danàs, all’interno di un gruppo di presunti rom.  Poi nel 2005 i carabinieri di Sondrio ricevettero una segnalazione: una donna egiziana aveva riconosciuto Denise in alcuni scatti mostrati da una cittadina kosovara che l’aiutava nelle faccende di casa. I militari si attivarono e fecero irruzione in una festa ma non trovarono nè la donna del video e nemmeno la bambina.

Le nuove intercettazioni

Ora però spuntano altre intercettazioni che non erano state prese in considerazione in precedenza. “Allo stato attuale – si legge in un documento – si sconoscono le risultanze emerse dalle intercettazioni in corso, ritenuto che non è stato ancora possibile all’individuazione d’interprete conoscente la lingua da questi parlata”. In altre parole non si sa cosa venga detto nelle intercettazioni perché non fu trovato un interprete: “Ore 14” chiede quindi di poterle riportare all’attenzione degli inquirenti.

18 anni senza Denise

Intanto sono trascorsi diciotto anni senza Denise Pipitone. Nelle scorse settimane l’appello della madre Piera Maggio, #18anniSenzaDenise. Si tratta ancora oggi di uno dei casi di cronaca che ha suscitato più scalpore in Italia. In tutto questo tempo, Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, non ha mai smesso di cercare la sua bambina. “Sei nei nostri cuori”, diceva. Processi, inchieste non sono riuscite a far luce sul rapimento della bambina che viveva con la madre Piera Maggio e il padre legittimo Tony Pipitone mentre il padre naturale è Pietro Pulizzi.

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