Si dimette la pm che indagò sulla scomparsa di Denise Pipitone e denunciò dei depistaggi nelle indagini. La quarta commissione del Csm, il consiglio superiore della magistratura, ha accettato all’unanimità le dimissioni della giudice Maria Angioni, magistrato di sorveglianza di Sassari, ex pm di Marsala, al momento sotto processo per false informazioni al pubblico ministero. Le dimissioni, che dovranno ora essere accettate dal plenum, avranno efficacia dal 31 agosto.
Il caso
La magistrata è finita sotto i riflettori dopo aver denunciato, prima in tv e sui social, poi alla Procura di Marsala che l’ha sentita a sommarie informazioni, una serie di depistaggi e di inefficienze nelle indagini svolte sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bimba sparita da Mazara del Vallo, il 4 settembre del 2004. I fatti risalirebbero a quando la donna era in servizio in Procura, ma dagli accertamenti dei colleghi marsalesi è emerso che le dichiarazioni fatte dalla giudice sarebbero prive di riscontri.
La citazione a giudizio nel giugno scorso
La Procura di Marsala ha citato a giudizio il giudice Maria Angioni per diffamazione, aggravata a mezzo stampa nei confronti di un ispettore di polizia del commissariato di Mazara del Vallo. L’atto è stato firmato nel giugno scorso dal sostituto Marina Filingeri. La prima udienza del processo davanti al tribunale in composizione monocratica è stata fissata per il prossimo 10 novembre. Secondo l’accusa, durante un programma televisivo, il giudice Angioni avrebbe detto che l’ispettore, nell’ambito delle ricerche della piccola Denise Pipitone, sarebbe stato uno degli uomini delle forze dell’ordine che l’1 settembre 2004 si recarono nella palazzina dove abitava Anna Corona. “Così insinuando – sostiene l’accusa – nuovamente irregolarità nello svolgimento di tale accesso”.
La mancata perquisizione a casa di Anna Corona
Gli uomini delle forze dell’ordine, infatti, qualche ora dopo la scomparsa di Denise (era il primo pomeriggio dell’1 settembre), non entrarono nell’appartamento di Anna Corona, ma di una vicina di casa. “Fu lei – disse uno dei poliziotti al processo – a farci cenno di accomodarci in quell’appartamento…”. Tra quei poliziotti, però, secondo l’accusa, non c’era l’ispettore, in quanto “sospeso dal servizio dal luglio 2002 al 2 febbraio 2005, in seguito ad una misura cautelare emessa nell’ambito di un’indagine in materia di prostituzione della quale era titolare proprio la dottoressa Angioni”.
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