Ha vissuto la deportazione nei campi nazisti, la perdita del padre durante la seconda guerra mondiale e anche quella del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ricordi ancora vivi nella mente del vicebrigadiere di Marsala Michele Di Figlia che ha tagliato il traguardo delle 101 candeline spente. Ed è stata grande festa nella cittadina Marsalese.

La deportazione e il papà che non riabbracciò più

I carabinieri, in servizio ed in congedo, dell’Arma di Marsala hanno festeggiato i 101 anni del vicebrigadiere Michele Di Figlia. Nato nella città lilibetana nel 1922 ancora oggi in straordinaria forma. Il graduato si è arruolato ventenne negli allora carabinieri reali. Tra le numerosissime esperienze vissute, ha voluto ricordare il tragico momento vissuto nei campi di prigionia tedeschi. Proprio lui sulla sua pelle provò la deportazione durante la seconda guerra mondiale. Riuscì a tornare, a piedi, a Marsala, dove purtroppo non riuscì più a riabbracciare il padre. Quest’ultimo, che aveva lasciato in lacrime il figlio temendo per la sua vita, nel frattempo era morto sotto i colpi dei bombardamenti.

Il lavoro al fianco del generale dalla Chiesa

Con tanta emozione, orgoglio e rispetto, il vice brigadiere Di Figlia ha ricordato anche il periodo, seppur breve, in cui lavorò al fianco dell’allora capitano Carlo Alberto Dalla Chiesa. Già all’epoca in cui Di Figlia era al suo servizio quello che poi divenne il prefetto di Palermo si batteva contro la mafia. E proprio a causa di cosa nostra perse la vita in un attentato.

Grande festa e orgoglio per il nonno “nei secoli fedele”

L’evento, organizzato dalla locale sezione dell’associazione nazionale carabinieri ha visto partecipi i carabinieri in servizio e non di Marsala. Presenti anche i familiari, figli e nipoti, che non hanno nascosto il loro orgoglio per i valori trasmessi a loro dal vice brigadiere. Tra questi, raccontano proprio i familiari, l’altissimo senso del dovere, il rispetto delle istituzioni e l’altruismo.

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