Erice torna ad essere palcoscenico d’eccezione per la cultura contemporanea. Il 2 settembre, alle ore 19, nella splendida cornice della Torretta Pepoli, sarà inaugurata “Dialoghi d’acqua e di luce”, una mostra che unisce pittura e fotografia in un dialogo visivo e concettuale tra due protagonisti d’eccezione: Ettore de Conciliis, tra gli artisti italiani viventi più apprezzati a livello internazionale, e Ortensio Zecchino, professore di “Storia del diritto medievale e moderno”, più volte ministro e Senatore della Repubblica.

La mostra, promossa dalla Fondazione Ettore Majorana e Centro di Cultura Scientifica, con l’organizzazione de Il Cigno G.G. di Roma, resterà visitabile fino a gennaio 2026. Non si tratta solo un’esposizione d’arte, ma di un’esperienza percettiva profonda, ospitata in uno dei luoghi più evocativi della Sicilia occidentale.

La Torretta Pepoli, affacciata sul pendio della montagna e immersa in un paesaggio che unisce cielo e mare, è lo sfondo perfetto per una mostra che gioca con riflessi, luce e cambiamento.

Quando la pittura incontra la fotografia

De Conciliis porta in mostra una selezione di dipinti a olio che parlano con la forza del colore. I suoi paesaggi sembrano muoversi, evolversi, rigenerarsi davanti allo sguardo. Zecchino risponde con fotografie spesso in bianco e nero, essenziali, taglienti, ma intrise di poesia. Entrambi indagano lo stesso tema: la transitorietà dell’attimo, la forza evocativa del riflesso.

Significativa, in tal senso, la doppia interpretazione del Castel Sant’Angelo: De Conciliis lo ritrae in una visione notturna sfumata nei riflessi dell’acqua; Zecchino lo fissa in un’immagine notturna limpida, nitida, quasi assoluta. Due visioni, due linguaggi, una sola tensione narrativa: fermare il tempo nell’istante in cui tutto si trasforma.

Riflessi d’autore: l’istante che diventa visione

Il 5 settembre è previsto un incontro pubblico con la storica dell’arte Silvia Mazza, curatrice della mostra, che dialogherà con il maestro De Conciliis. Come sottolinea Mazza il tema del riflesso è  il vero protagonista della mostra, “l’immagine riflessa sopravvive alla transitorietà della natura grazie alla forza dell’arte”.

Le opere mettono in scena un continuo gioco di rimandi tra realtà e percezione, tra ciò che appare e ciò che resta: “Il riflesso – afferma Mazza – è memoria in movimento. Non è mai identico a se stesso, ma conserva l’impronta di ciò che è stato e la suggestione di ciò che potrebbe diventare”.

Con “Dialoghi d’acqua e di luce”, la Fondazione Ettore Majorana conferma la sua centralità nella scena culturale della Sicilia occidentale. Dopo una stagione ricchissima di eventi, questa esposizione aggiunge una nota di eleganza e introspezione, un invito alla contemplazione, al silenzio, al confronto interiore.

Per Erice, città sospesa tra scienza e bellezza, tra sapere e paesaggio, si tratta di un nuovo capitolo nel racconto di un’identità culturale sempre più riconosciuta e apprezzata.

La mostra sarà aperta al pubblico fino a gennaio 2026.