La vera storia dell’Unità d’Italia, della sua economia, di quanto finora taciuto dalla storiografia ufficiale sugli eccidi compiuti durante la cosiddetta “lotta al brigantaggio”, sugli squilibri tra nord e sud su cui fu basata tutta l’economia del nascente Regno D’Italia, “su come di fatto l’Unità d’Italia fu un atto di conquista sleale e scorretto da parte del Piemonte a danno del Regno delle due Sicilie”.

L’alba del Teatro Antico di Segesta del 15 agosto, alle 5, ospiterà “L’urlo del Brigante”, uno spettacolo tratto da Terroni di Pino Aprile, con Roberto D’Alessandro e Ivan Petrotto e prodotto dall’Associazione Culturale il Capomastro per il Calatafimi Segesta Festival – Dionisiache 2017, la manifestazione organizzata dal comune di Calatafimi Segesta in sinergia con il Parco Archeologico di Segesta e la direzione artistica di Nicasio Anzelm0.

“Se non si ristabilirà la verità su ciò che è accaduto 150 anni fa, l’Italia non vivrà mai alcuna pacificazione. La creazione di una supposta e sostenuta minorità meridionale è l’atto più grave che i fratelli del nord hanno fatto ai danni dei fratelli del sud. Ancora esiste a Torino il museo Lombroso, che aveva trovato (a dir suo) il cranio del delinquente naturale vicino Catanzaro, peraltro ancora esposto nel museo e recante nome, cognome e provenienza. Di come ancora oggi la differenza di trattamento tra nord e sud sia marcata, dell’assenza totale di infrastrutture nel Mezzogiorno e della deliberata volontà di mantenere il Sud in una condizione coloniale, poiché questo è stato sin dall’unificazione e da colonia viene ancora trattata. Dalla presa di coscienza si spera poi un risveglio culturale e una riscossa politica, economica, sociale”.

Il 16 agosto alle 19.15 sarà la volta di “Shakespeare in Brexit” spettacolo diretto da Luca D’Angelo e interpretato da Salvo Piparo. 

Troppi i misteri, controverse le ragioni, arzigogolate le teorie che vengono messe in scena dalla compagnia intenta a dimostrare che colui che divenne William Shakespeare partì proprio dalla città del faro, Messina, per poi confondersi tra i fasti della romantica Inghilterra. Storie narrate con le antiche tecniche del cantastorie e dei cuntastorie, antiche sonorità della tradizione popolare, per una versione tragi‐comica e allo stesso tempo fedele alle fonti inquisite, a dimostrazione, infine, che il geniale poeta Shakespeare che fu Crollalanza (cognome della madre che tradotto diventa Shakespeare) sarebbe comunque diventato un mito della poesia dei sentimenti, un baluardo delle emozioni, uno zelante custode della magia della parola, ora tagliente come una lama ora dolce come una piuma. Ad accompagnare questo straordinario viaggio teatrale i musicisti/attori con Costanza Licata nei panni di Giulietta oltre alla voce e al violino, la cantante Alessandra Salerno voce e autoharp, il cantastorie Totò Fundaro, l’attrice Francesca Picciurro, le percussioni di Francesco Cusumano.