Levanzo, Favignana, Marettimo, Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Salina, Lipari, Stromboli, Panarea, Vulcano, Alicudi, Filicudi, e Ustica sono fra le isole che Legambiente, con il secondo Rapporto del suo Osservatorio sulle isole minori, mette sotto la lente d’ingrandimento per capire come stiano affrontando la gestione dell’energia, dell’economia circolare, dell’acqua e della mobilità. Quattro temi che rappresentano le sfide ambientali più urgenti per l’intero pianeta e rispetto ai quali queste isole, abitate e non interconnesse con la rete elettrica, rappresentano un laboratorio ideale. Nonostante le apparenze, proprio questi territori – come raccontano anche le esperienze di diverse isole nel mondo – possono diventare, infatti, un modello nell’adozione di sistemi sostenibili per l’approvvigionamento di energia pulita e acqua, per la gestione dei rifiuti e per una mobilità a emissioni zero.
“Crediamo fortemente nel fatto – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – che le isole minori possano, e debbano, diventare un modello per tutti gli altri territori. Le condizioni ci sono tutte per valorizzare da un punto di vista ambientale, economico e turistico queste isole, dove convivono grandi potenzialità e problemi rilevanti; per esempio, un patrimonio ambientale straordinario vincolato e, nei mesi estivi, un grande afflusso turistico con picchi dei consumi e degli impatti, quando le presenze triplicano o quadruplicano rispetto al numero dei residenti. Ma sono ancora tante le cose da fare. Alcuni dati contenuti nel dossier sono incoraggianti, altri meno. È certo che queste comunità abbiano necessità di sentirsi coinvolte per migliorare lo standard qualitativo ambientale e, quindi, di vita. Lo stato e la Regione devono fare la loro parte. Anche Legambiente Sicilia fa la sua. Su nostra sollecitazione alcuni sindaci, Pantelleria, Malfa e Lampedusa, hanno firmato l’ordinanza per mettere al bando la plastica non biodegradabile. Siamo certi che a breve tutti gli altri seguiranno a ruota”.
Dati siciliani
– Il solare fotovoltaico è di gran lunga la tecnologia non programmabile elettrica più diffusa sulle isole, mentre l’eolico, nonostante le condizioni favorevoli, è presente soltanto a Pantelleria con 2 microgeneratori. In termini assoluti Pantelleria è l’isola campionessa per capacità installata, con 20,8 mq di solare termico, 449 kW di solare fotovoltaico (distribuiti tra l’ospedale, una scuola, strutture ricettive ed altri edifici privati tra cui l’aeroporto dove è installato un impianto a concentrazione da 85kW) e 32 kW di eolico. A Monte Sant’Angelo, sull’Isola di Lipari, dal 2012 è in funzione la centrale fotovoltaica più grande delle isole minori (1120 kW), la cui produzione va ad integrare (al 20%) la richiesta energetica del nuovo dissalatore ad osmosi inversa. Da quando è operativo il campo fotovoltaico ogni anno si importa il 60% in meno di olio combustibile. Tuttavia, poiché la sua produzione è interamente a supporto del dissalatore, non è stato incluso nel calcolo di copertura del fabbisogno energetico dell’isola. Segnali di cambiamento anche da Stromboli. L’impianto fotovoltaico del borgo di Ginostra, da 100 kW, è collegato ad una mini-rete di trasmissione in bassa tensione interamente interrata, lunga 5 km. Grazie a questo sistema decentralizzato, che serve 140 utenze, il generatore diesel viene acceso soltanto a seguito di prolungati periodi di assenza di soleggiamento (e nei periodi di maggiore affluenza turistica). L’isola di Vulcano è l’unica ad aver superato la metà dell’obiettivo quantitativo per installazioni (grazie al fotovoltaico), mentre tutte le altre sono al di sotto del 50%. Desta sconcerto il fatto che ben il 70% non sia neanche al 10% dell’obiettivo. Dai dati in nostro possesso, le isole di Salina, Panarea, Filicudi e Alicudi non hanno alcun impianto elettrico da fonte rinnovabile funzionante. Legambiente chiede che in ogni isola venga presto approvato un piano per arrivare al 100% di energia da fonti rinnovabili, attraverso le direttrici dell’efficienza, dell’ammodernamento delle reti di distribuzione e dello sviluppo degli impianti puliti. In questa direzione è fondamentale un ruolo Isole Sostenibili 2018 di supporto da parte del Ministero dell’Ambiente nei confronti degli Enti Locali, ed un coordinamento con le Soprintendenze in modo da arrivare a soluzioni condivise in progettazione.
– Per le isole avere una gestione integrata del ciclo dei rifiuti che non esca dal loro perimetro naturale è una sfida rilevante, soprattutto nella stagione estiva, quando vedono mediamente quintuplicare il numero di presenze sul territorio. Nell’insieme, la capacità di differenziare i rifiuti è cresciuta, tra il 2010 e il 2016, su tutte le isole, (tranne che a Favignana e Lipari, dove il dato è in calo, ma potrebbe essere sporcato da informazioni incomplete rispetto agli anni scelti). Pantelleria supera la media nazionale del 52,54% (2016). Una delle voci che rimane certamente più elevata nel bilancio delle amministrazioni è il trasporto dei rifiuti indifferenziati verso gli impianti della terraferma, via nave, che si aggiunge ai costi di smaltimento. Un’efficiente gestione dei rifiuti sulle isole, con conseguente salvaguardia ambientale e risparmio economico per le amministrazioni locali e per i cittadini, deve avere come obiettivi: la spinta alla raccolta differenziata, implementando ovunque possibile il servizio di raccolta porta a porta, che contribuisce alla creazione di occupazione locale e, al contempo, la promozione del compostaggio domestico e di comunità.
– Una delle criticità più rilevanti nelle piccole isole è la carenza di acqua potabile per la popolazione residente, soprattutto nei periodi estivi, periodo in cui aumentano i consumi sia dovuti alle condizioni climatiche siccitose, sia al cospicuo numero di turisti che le affollano. Nelle isole a latitudini inferiori la scarsa o nulla risorsa idrica sconta ulteriormente il problema della desertificazione e siccità che interessa tutto il meridione. La Regione Siciliana ha presentato più volte richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale allo Stato, l’ultima volta nel corso della grave crisi idrica dell’estate 2017. Da decenni si è scelto di far fronte a tali necessità tramite bettoline che ogni settimana in bassa stagione e anche più volte al giorno in alta stagione fanno la spola con la terraferma. Le Regioni procurano questo servizio firmando contratti da salasso con i trasportatori. Nel tempo, in alternativa, si è implementato in diverse isole l’utilizzo di impianti di dissalazione, che però molto spesso non riescono comunque a soddisfare la domanda specie d’estate. Nonostante le tecnologie di dissalazione abbiano raggiunto importanti livelli di sviluppo tecnologico e di efficienza nelle isole della Sicilia il 50% della fornitura di acqua avviene ancora con navi cisterna e tale sistema presenta da sempre costi elevati. Cresce inoltre la diffidenza della popolazione locale verso l’acqua trasportata e dissalata, anche a causa di una gestione del servizio non sempre trasparente e attenta: questo ha l’effetto di aumentare il consumo di acqua minerale in bottiglia (di plastica). Obiettivo degli interventi che riguardano le risorse idriche è ridurre i consumi, recuperando gli sprechi e le perdite (in media del 40%) nella rete di distribuzione della risorsa. Le ultime proiezioni scientifiche ritengono che, entro il 2025, 2 miliardi di individui vivranno in condizione di scarsità idrica assoluta, cioè con meno di 500 metri cubi l’anno a testa, soprattutto nelle fasce tropicali del mondo.
– Nelle isole minori sono rilevantissimi i ritardi che riguardano la depurazione: anche qui occorre una precisa programmazione per rimediare a inadempienze che impattano sulla stessa appetibilità turistica dell’isola. E occorre farlo con approcci attenti a spingere il completamento dei sistemi di depurazione degli scarichi esistenti, adottando anche tipologie di trattamento innovative per il riutilizzo delle acque reflue (come impianti di affinamento e fitodepurazione), anche per le utenze isolate. Dall’ultima indagine dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (2015) risulta che 15 isole minori su 20 (il 75%) non hanno alcun sistema di trattamento delle acque reflue urbane. Delle isole che ce l’hanno, 2 superano i limiti di legge sulla qualità degli effluenti (Pantelleria Nord e Ustica) e una (Lipari), non ha dati in merito.
Il dossier Isole sostenibili è scaricabile da https://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_isole_sostenibili_2018.pdf
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