Legambiente Sicilia critica il no al parco eolico offshore alle Egadi da parte dell’Ars. “Ancora una volta il Parlamento siciliano è stato sordo e cieco – si legge in una nota di Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia -. Ha preferito non sapere e non conoscere rifugiandosi nel più comodo NO, decidendo un nuovo strappo e dando un colpo alle rinnovabili, contrastando un possibile progetto d’impianto per produrre energia alternativa alle fonti fossili”.
Energia resterà in Sicilia
Intanto Renexia, la società che ha presentato il progetto del parco eolico offshore floating Med Wind, nel canale di Sicilia, pubblica uno schema di quello che, più o meno, sarà l’allaccio alla rete elettrica in Sicilia. “Sta circolando la mappa del progetto preliminare, che ipotizzava un collegamento con la Campania. Allo stato attuale il collegamento è con la Sicilia e l’energia generata sarà per la Sicilia”, dice la società.
Il no della commissione
Il no ai parchi eolici offshore al largo delle isole Egadi è la linea emersa in commissione Ambiente dell’Assemblea siciliana che ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna il governo Musumeci a esprimere pareri contrari a qualsiasi tipo di autorizzazione richiesta per la realizzazione degli impianti. A porre la questione era stato il deputato del Pd, Nello Dipasquale, a fianco dei sindaci nella battaglia contro due progetti. Il primo, della società Seas Med Srl, prevede la realizzazione di un parco offshore di tipo floating, composto da 25 turbine ciascuna della potenza di 10Mw per un totale di 250Mw.
Gesto propagandistico
Secondo gli ambientalisti, inoltre, questo voto servirà a poco. “È solo un gesto propagandistico ed elettorale, ma segna, ancora una volta, la miopia culturale della nostra classe politica regionale che è lontana, lontanissima, dal capire l’importanza e l’urgenza di costruire con scelte chiare la transizione energetica”. “Le decarbonizzazione della Sicilia deve ancora cominciare, le chiacchiere stanno a zero, mentre le emissioni in atmosfera di gas climalteranti continuano imperterriti. E lor signori domani piangeranno e chiederanno ‘stati d’emergenza’ e ristori per i danni subiti alla prossima alluvione o dopo un periodo dell’ennesima siccità”.
Il perché del no
Nella risoluzione si sottolinea che “il Canale di Sicilia costituisce sito di rilevante interesse archeologico per la quantità e varietà di reperti sommersi, che già nella passata legislatura la Regione ha espresso netta contrarietà agli impianti eolici offshore al largo delle proprie coste, che molti sindaci della fascia costiera hanno già espresso preoccupazione sulle possibili ricadute negative della realizzazione di impianti a ovest delle isole Egadi sulla navigabilità , la marineria e l’ambiente e che parchi eolici di rilevanti dimensioni possono incidere negativamente sulla pescosità della zona su cui insistono e interferire con il traffico navale, con ricadute commerciali e occupazionali negative, nonché la conservazione di reperti archeologici dal valore inestimabile come quelli custoditi in quel tratto del Canale di Sicilia”.
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