Braccio di ferro tra l’istituto superiore tecnico agrario “Damiani” di Marsala e l’ex Provincia regionale di Trapani. Oggetto del contendere l’assenza di locali idonei dove poter svolgere le lezioni. Dal maggio scorso è stata chiusa un’ala dell’edificio che conteneva ben 16 aule che da allora sono state accomodate in un’altra parte dell’immobile in condizioni ritenute non idonee dal dirigente scolastico stesso e dal consiglio d’istituto. Uno scontro che si è acuito persino sul piano tecnico. Ad essere stata infatti contestata la motivazione della chiusura di quest’ala.

La richiesta di locali idonei

L’ex Provincia aveva stabilito la chiusura di quest’ala dell’istituto in seguito ad una delibera supportata da una perizia tecnica in cui si sosteneva che questa parte di struttura non poteva essere utilizzata per motivi di sicurezza. Una porzione di edificio che contiene 16 aule didattiche, l’aula docenti e la storica aula magna. Immediatamente la dirigenza scolastica aveva provveduto al reperimento di locali di fortuna, all’interno dell’istituto, per permettere la chiusura dell’anno scolastico, ma contestualmente chiedeva al Libero Consorzio di Trapani di reperire, in vista del nuovo anno scolastico, locali idonei.

Il contenzioso

A distanza di poco tempo, il consiglio di istituto aveva provveduto ad assegnare un incarico ad un professionista, già docente universitario in Tecniche delle Costruzioni, per effettuare una perizia approfondita che validasse o meno la relazione prodotta dal tecnico incaricato dal Libero Consorzio. Il docente universitario arrivava alla conclusione che nella perizia dell’ex Provincia vi fossero una serie di incongruenze tecniche e dichiarava, sotto la propria responsabilità, che le sedici aule interdette erano pienamente utilizzabili. Nonostante ciò, il Libero Consorzio Comunale di Trapani rispondeva che le deduzioni del tecnico incaricato dalla stessa Provincia erano da ritenersi corrette, anche in assenza dei nuovi tabulati di calcolo, e quindi ribadiva l’interdizione delle aule.

Nessuna soluzione alternativa

Nel frattempo, però, il Consiglio d’istituto lamenta che l’ex Provincia non ha mai trovato un’alternativa valida. Il ventaglio di proposte avanzate, in realtà, sarebbe fragile e comunque mai supportato da un seguito concreto. “Denunciamo – si legge in una nota del consiglio d’istituto e del collegio dei docenti del Damiani – le difficili condizioni in cui versa l’istituto che finiscono per ledere il diritto allo studio di circa 800 studenti e compromettono gravemente lo svolgimento delle attività didattiche”.

La proposta

“Il consiglio di istituto – si legge sempre nella nota –  dà mandato al dirigente scolastico di proporre in sede regionale l’individuazione di un esperto terzo, in grado di stabilire la sicurezza delle aule interdette e, in caso contrario, di adire alle vie legali, affinché sia ripristinato il diritto allo studio e il diritto ad insegnare in condizioni ottimali, nel più breve tempo possibile”.

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