La droga non era di buona qualità e andava restituita. Perché non la vogliono neanche regalata, tanto è pessimo il carico. Non erano tutte rose e fiori dentro l’organizzazione che controllava le piazze di spaccio a Mazara del Vallo, nel Trapanese. Capitava anche qualche sconto per partite di stupefacente che erano una vera e propria “sola”. Anche questi aspetti sono saltati fuori nel corso delle indagini della guardia di finanza culminate qualche giorno fa nell’operazione “Sugar”. Sono 21 le misure cautelari, di cui 13 colpiti dal divieto di dimora nelle province di Palermo, Trapani e Agrigento e 8 destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e autoriciclaggio.

Un “problemino”

Il capo indiscusso, secondo l’inchiesta delle fiamme gialle, era Salvatore Addorolato, 46 anni, che praticamente gestiva l’intera organizzazione che era divisa in due gruppi. Proprio Addolorato è stato protagonista di uno di questi screzio avvenuti con Michele Alfano, un altro degli indagati. Era un sodale preposto al rifornimento delle sostanze stupefacenti. Addolorato ha chiesto ad Alfano di raggiungerlo al più presto: “Abbiamo un problemino con quella cosa là che è arrivata ieri – dice Addolorato -. Te la devo dare indietro, ava… Neanche la vogliono regalata. Non c’è neanche di discutere il prezzo, capito?”.

Le disposizioni via telefono

I telefoni per l’organizzazione erano essenziali. E lo sapeva bene il suo presunto capo Salvatore Addolorato, che era sostanzialmente il “cervello” dell’organizzazione. Da lui partivano tutte le disposizioni, a cominciare dalla base logistica in un garage, per arrivare alla clientela da raggiungere e dai prezzi da fissare. E’ anche emerso come venivano fuori dei conflitti e per comunicare si utilizzava proprio il telefono. Accadeva spesso quando avvenivano le consegne delle dosi: “Se io dico a te che non devi fare credito a nessuno, perché non mi senti?”, diceva Addolorato ad uno dei suoi sodali.

La fitta rete di contatti

Sbalordite le fiamme gialle del fatto che una sola persone, quindi Salvatore Addolorato, fosse riuscito a consolidare una fitta rete di contatti telefonici con i propri sodali. Dalle conversazioni gli inquirenti hanno dedotto che si riscontrava “un atteggiamento di deferenza verso il vertice apicale”. Ad essere costruita una fitta rete di relazioni telefoniche su più apparati a disposizione dell’organizzazione. In poco meno di un anno Addolorato, per mantenere efficace ed attiva la fitta rete di relazioni telefoniche con gli altri sodali, era stato in grado di utilizzare almeno 30 dispositivi telefonici diversi.

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