È terminata intorno alle 14 la seconda seduta di chemioterapia per Matteo Messina Denaro nell’ambulatorio del carcere di massima sicurezza dell’Aquila, realizzato in una stanza di fronte alla cella dove è al 41 bis.
La terapia per la cura del tumore è durata circa 4 ore.
Il boss è in buone condizioni di salute, assistito da una equipe
Secondo quanto si è appreso, il boss mafioso è un buone condizioni: l’equipe di oncologi dell’ospedale dell’Aquila nelle prossime ore terrà sotto stretto controllo l’ex super latitante per verificare effetti collaterali. Ad assistere questa mattina il boss una infermiera, un oncologo e un anestesista, e personale della struttura penitenziaria.
Moretti: “Parole di Messina Denaro oscene, 41 bis va mantenuto”
“Le parole di Messina Denaro sono oscene e ci hanno colpiti tutti nel profondo, condivido con la Meloni il far parte di quella generazione che ha iniziato a fare politica a seguito delle uccisioni di Falcone e Borsellino. Il 41 bis non solo va mantenuto ma va implementato quando si verificano le condizioni per farlo, come nel caso di Messina Denaro le cui parole dicono chiaramente che non si è pentito”. Lo ha detto l’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti a ‘Diario del Giorno’ su Rete4.
Ha concluso Moretti: “In casi come questo è necessario valutare come non farli dialogare con gli anarchici, occorre isolare sempre di più, mantenendo naturalmente la tutela della salute dei detenuti”.
L’audio choc di Messina Denaro contro Falcone
Matteo Messina Denaro è in auto e scatta una foto mentre si trova sull’autostrada in direzione Palermo. E’ il 23 maggio del 2022. Insieme alla foto invia anche un file audio in una chat imprecando per essere bloccato nel traffico a causa della commemorazione della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “Io qua, bloccato – dice -, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di sta minchia”.
Fondazione Falcone: “Fieri di averlo fatto imbestialire”
“Il 23 maggio del 2022, nel trentesimo anniversario della strage di Capaci, eravamo in piazza al Foro Italico e abbiamo fatto ritardare Matteo Messina Denaro. Ne siamo davvero orgogliosi!”. E’ quanto si legge sulla pagina facebook della Fondazione Falcone, in merito alla diffusione dell’audio di Messina Denaro.
“Eravamo in moltissimi – prosegue la Fondazione – Palermo bloccata dalle decine di migliaia di studenti e di cittadini, tutti uniti nel nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutte le vittime di mafia. Nei messaggi alla sua amante, Matteo Messina Denaro era “imbestialito” perché era imprigionato nel traffico, mancando i suoi appuntamenti. Continueremo a “bloccare” con grande gioia Palermo e altre città, faremo imbestialire altri mafiosi e ne saremo felici. Così come continueremo a chiedere la massima durezza contro i boss, ribadendo il valore del 41bis senza se e senza ma”.
Morto il suo uomo di fiducia
È morto ieri in una clinica milanese Francesco Geraci, 59 anni, l’ex collaboratore di giustizia e amico d’infanzia di Matteo Messina Denaro. Originario di Castelvetrano, viveva da tempo in una località segreta dopo essere uscito dal programma di protezione. Da tempo soffriva di un tumore al colon, la stessa malattia del boss.
Il gioielliere di Riina
“Con Messina Denaro Matteo ci conosciamo dall’infanzia perché giocavamo assieme da piccolini. Abita vicino casa mia, in linea d’aria saranno un 200 metri”, aveva dichiarato in un’udienza di qualche anno fa. Parole che pronunciò proprio dopo avere cominciato a collaborare con la giustizia. Francesco Geraci, gioielliere di professione, era conosciuto per avere nascosto gli oggetti preziosi di Totò Riina a Castelvetrano. Collier, orecchini, crocifissi tempestati di brillanti, diamanti, sterline e lingotti d’oro per un valore di oltre 2 miliardi di lire.
Il riavvicinamento
La vicinanza tra Francesco Geraci e Matteo Messina Denaro si sarebbe interrotta quando il primo aveva 15 anni. “Lui ha preso la sua strada e io la mia” disse Geraci in una dichiarazione durante il processo per la strage dei Georgofili. I due si riavvicinano quando qualcuno chiese il pizzo al gioielliere e lui si rivolse al vecchio compagno di scuola. “Da quel giorno divento un uomo di fiducia di Messina Denaro”, disse Geraci al processo di Firenze.
Chi era Francesco Geraci
Dopo l’arresto nel 1994 Francesco Geraci è diventato collaboratore di giustizia. Geraci ha rivelato agli investigatori particolari e retroscena della stagione delle stragi. Anche se non formalmente affiliato a Cosa nostra, il gioielliere è stato tra gli uomini più fidati di Matteo Messina Denaro scelti per partecipare alla missione romana voluta da Totò Riina per eliminare Giovanni Falcone. Era stato il custode dei gioielli di famiglia dell’allora capo di Cosa nostra.
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