“Un incontro ufficiale con le autorità libiche per giungere all’auspicata positiva soluzione della vicenda”. Lo ha chiesto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una nota inviata al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in merito ai pescherecci di Mazara del Vallo – “Antartide” e “Medinea” – sequestrati il primo settembre a 35 miglia dalle coste di Bengasi.

“Sono certo – ha scritto Musumeci – che anche lei condivida il mio stesso sentimento di profonda preoccupazione per la sorte dei diciotto membri dell’equipaggio fermati in Libia ormai da più di due mesi. La sollecitata attivazione di una delegazione, della quale ritengo di dovere fare parte sia come governatore della Regione di appartenenza dei pescatori, sia in qualità di presidente della Commissione intermediterranea d’Europa, potrà rappresentare un intervento concreto, per ribadire, con la massima fermezza, la volontà di ottenere l’immediato rilascio dei marittimi e dei pescherecci sequestrati”.

Già lo scorso 11 settembre, Musumeci si era rivolto al presidente del Consiglio Conte per un suo intervento, ricevendo assicurazioni in tal senso dal premier.

“Ormai da alcuni giorni – aveva scritto il Governatore al premier – non si hanno più notizie dei due motopescherecci di Mazara del Vallo ‘Antartide’ e ‘Medinea’, sequestrati il primo settembre a 35 miglia a nord di Bengasi. Interpretando il sentimento non solo delle famiglie dei diciotto marinai a imbarcati ma dell’intera Comunità siciliana, Le chiedo un Suo autorevole intervento, presso le autorità libiche, affinché si pervenga ad una rapida e indolore soluzione della triste vicenda, che sta creando sgomento e inquietudine nella mia Isola”.

“Occorre un’autorevole e competente politica estera che possa consentire la giusta cooperazione economica tra il nostro Paese e la Libia – aveva sottolineato Miccichè –. Bisogna riprendere il ‘Trattato dell’amicizia’, cardine della politica estera dei governi Berlusconi, che mirava a stabilizzare l’intera area, assicurando prosperità economica e integrazione sia al popolo italiano, sia a quello libico”.

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