Altro che morto o fantasma, Matteo Messina Denaro continua a comandare con il metodo tradizionale dei mafiosi latitanti, quello dei pizzini. Ne sono stati trovati diversi dai carabinieri nel corso dell’operazione “Hesperia” scattata all’alba di ieri e che ha portato a ben 70 indagati, di cui 35 con misure cautelari. Il boss imprendibile di Castelvetrano ha ancora tanti fedelissimi, una ristretta ma potente cerchia che lo copre e lo rende imprendibile. A spuntare fuori il nome di un fedelissimo la cui identità però non è stata ancora scoperta.

La dirette interlocuzione con il latitante

Addirittura ci sarebbero state dirette interlocuzioni con il latitante Messina Denaro e questo si è evinto dalle numerose intercettazioni degli inquirenti nel corso delle indagini. Piero Di Natale, il marsalese che risulta fra gli indagati e che è tra l’altro un fedelissimo di Franco Luppino, il presunto capomafia che dettava legge sul mandamento di Campobello di Mazara, rivela l’esistenza di questo dialogo e di questi foglietti scritto di pugno dal latitante. Nell’ordinanza del gip Walter Turturici viene fuori che Di Natale rivelerebbe che “in uno degli ultimi” pizzini il latitante aveva mandato i saluti a un soggetto indicato come “Sandrone”, non identificato.

I nomi mai fatti di altri fedelissimi

Lo stesso Di Natale aveva inoltre evidenziato che in questi pizzini del superboss veniva indicata la collocazione di una serie di persone, di cui però non ha mai fatto il nome, nell’organigramma mafioso. Inoltre sono arrivate rassicurazioni ai propri sodali che lui era “qua come prima, anzi più di prima”. Inoltre, riferiva ancora il Di Natale, il latitante aveva rassicurato il Luppino che “lui è il suo pensiero”.

Le indicazioni ai clan palermitani

Sempre attraverso i pizzini Matteo Messina Denaro avrebbe anche dato indicazioni ai clan palermitani riguardo alla gestione degli affari inerenti il traffico di droga. A fare da “portalettere” sarebbe stato per l’appunto il fedelissimo Luppino, l’uomo di fiducia che dopo la sua scarcerazione nel 2017 era riuscire a far riprendere i collegamenti fra il latitante e la cosca. Addirittura Luppino avrebbe riattivato i dialoghi tra Messina Denaro e i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, padre e figlio oggi in carcere per mafia con condanne all’ergastolo.

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