L’avvertimento correva lungo il filo del telefono perché doveva smetterla di continuare a mettere in giro la voce che Matteo Messina Denaro fosse in realtà morto. Uno dei sodali del mandamento mafioso di Marsala stava seriamente rischiando che qualcuno lo linciasse per quel che diceva. E’ un altro degli aspetti che emergono dall’operazione antimafia Hesperia scattata all’alba di oggi a cavallo tra le province di Trapani e Palermo e che ha portato a 70 indagati, di cui 35 con misure cautelari. E’ prevalentemente il Trapanese, provincia di origine del superlatitante, ad essere stato coinvolto da queste indagini.
La voce all’orecchio del boss
Ad avere osato mettere in dubbio che il latitante fosse morto era stato Marco Buffa, 49 anni, e le sue parole erano finite all’orecchio del superboss presunto fedelissimo dello stesso Messina Denaro, Franco Luppino. A metterlo in guardia fu Piero Di Natale e dai loro dialoghi intercettati dai carabinieri non pare che tra i due corresse buon sangue. I dialoghi a tratti divenivano aspri e minacciosi ma forse entrambi si temevano e alla fine rientravano sempre gli scontri.
I toni minacciosi
Buffa un giorno è stato ammonito da Piero Di Natale perché era “arrivata notizia” che il 49enne aveva espresso, in un contesto non precisato, perplessità sulla persistenza in vita del latitante trapanese, indicato in tale occasione con l’appellativo di “Ignazieddu”. Ma di fronte a questa accusa Buffa ha cominciato a farsi minaccioso: “Non mi rompete la min…. perché… A me mi fate una se.. forte… forte… perché e io non ho detto niente compare… io non ho parlato di…”. Dall’altra parte del telefono però Di natale risponde a tono: “A me non mi devi toccare… la min…. a te non te la rompiamo… Invece ti rompiamo il c… Ci fai una se.. tu a noi altri…”.
La minacciata velata: “Le persone lo informano…”
Comunque Di Natale comincia a farsi anche fraterno nel parlare, lo rassicura che non sarebbe successo nulla ma che avrebbe dovuto smetterla: “Vedi che è arrivata la notizia di questo discorso…non parlare in giro di questo fatto che hai detto tu che è morto… perché già la notizia gli è arrivata che… che c’è stato qualcuno sta dicendo che ‘Ignazzeddu’ è morto…vedi che a quello quando pare che non gli arriva… perché ha sempre 7… 8 persone che lo informano…”.
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