Scatta la revoca del bene confiscato ad una cooperativa il cui gestore è cognato di una donna arrestata nei mesi scorsi perché ritenuta una delle vivandiere di Matteo Messina Denaro. Il Comune di Campobello di Mazara, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, ha proceduto alla revoca dell’assegnazione in seguito all’interdittiva antimafia emessa a sua volta dalla prefettura di Trapani. La cooperativa Cibus, perde quindi l’assegnazione del ristorante pizzeria Cibus, ubicato nella frazione marinara di Tre Fontane.

Annunciato ricorso

Lo stesso gestore della cooperativa, Giuseppe Gabriele, ha annunciato che farà ricorso sia contro la prefettura che contro il provvedimento del Comune. “Ho già avuto modo di confrontarmi con gli avvocati – ha dichiarato – e posso anticipare che faremo ricorso al provvedimento interdittivo della prefettura e di revoca del Comune”. La decisione è maturata perché Gabriele è marito di Franca Lanceri, sorella di Lorena arrestata col marito perché avrebbero garantito la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

Gli arresti che scottano

Dall’aprile scorso Lorena Lanceri e il marito Emanuele Bonafede sono in carcere in quanto ritenuti i “vivandieri” di Campobello di Mazara. Per mesi avrebbero ospitato a pranzo e cena nella propria abitazione il boss mafioso Matteo Messina Denaro. Entrambi sono accusati di favoreggiamento aggravato alla mafia e procurata inosservanza di pena. Il tribunale del riesame di Palermo ha rigettato l’istanza di scarcerazione presentata dai legali dei due indagati pochi giorni dopo l’arresto. Regge, dunque, davanti ai giudici, l’impianto accusatorio della procura di Palermo.

Chi sono i Bonafede

Emanuele Bonafede è il fratello di Andrea, il cosiddetto postino di Matteo Messina Denaro. L’uomo che consegnava al boss le ricette mediche necessarie alle terapie a cui doveva sottoporsi ed è il cugino di un altro Andrea Bonafede. Il geometra di Campobello che ha prestato l’identità all’ex primula rossa di cosa nostra. Il nonno di Andrea Bonafede inoltre era il padrino di Campobello, Leonardo, storico alleato dei Messina Denaro.

Al servizio del latitante

Una famiglia al servizio dell’ex latitante, dunque, secondo gli investigatori. A incastrare i coniugi tra l’altro sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza di un negozio che li immortalano mentre controllano la strada per dare il via libera al latitante e consentirgli di lasciare la loro abitazione indisturbato. I pm hanno scoperto inoltre che Messina Denaro, padrino di cresima del giglio della coppia, ha regalato al ragazzo un Rolex da oltre 6mila euro, gesto che proverebbe l’esistenza di un rapporto storico con i due.

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