Sessantadue adulti, tre donne e due minorenni non accompagnati, un pakistano di 16 anni e un egiziano di 17. Erano complessivamente 67 i migranti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera che sono sbarcati nella notte a Trapani.

Dopo un lungo braccio di ferro e dopo che la nave aveva gettato l’ancora nel porto di Trapani è stato necessario l’intervento della Presidenza della Repubblica per fare sbarcare i migranti che il Ministro dell’Interno non aveva autorizzato a scendere.

Il gruppo maggiormente numeroso è rappresentato da migranti provenienti dal Pakistan che sono 23. Sono 12 quelli che arrivano dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palestina, 4 ciascuno da Marocco e Algeria, due dall’Egitto, e uno ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh.

Fra di loro due sono indagati anche se sono ancora in corso le indagini per capire come si sia svolto e se sia veramente avvenuta l’aggressione e le successive minacce all’equipaggio del mercantile Vos Thalassa che li ha soccorsi in acque Libiche ma poi non ha obbedito alle indicazioni della Guardia Costiera italiana che aveva dato indicazioni di riportarli in Libia.

L’intervento della nave Diciotti è avvenuto proprio per la situazione di pericolo denunciata a bordo per effetto delle aggressioni dei migranti pronti a tutto pur di non tornare in Libia.

Per quella aggressione sono indagati per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim. Entrambi erano scortati dalla polizia e sono scesi per primi a terra.

Per sbloccare lo sbarco è stato necessario un intervento direttamente del Quirinale con il Presidente della Repubblica che ha chiamato personalmente il premier Conte.