“In tarda mattinata mi è stato notificato dalla GdF, su richiesta della locale Procura, un avviso di conclusione delle indagini e contestuale avviso di garanzia. La Procura della Repubblica mi contesta, in particolare, due presunte ipotesi di reato: falso ideologico e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. I presunti fatti di reato s’inquadrano in una più generale e annosa “questione meridionale” che di recente, come nel passato (mi piacerebbe dire che non si debba più ripetere nel futuro) ha visto protagonisti tutti i comuni siciliani – Trapani compreso – che si sono dovuti occupare del fenomeno del precariato; fenomeno tutto siciliano ereditato in virtù di leggi regionali e nazionali, finalizzate a combattere la piaga della disoccupazione, sin dagli inizi degli anni ‘70. Nel pieno ed assoluto rispetto delle procedure e delle leggi, finalmente nei comuni siciliani è stata avviata la fase della stabilizzazione, in molti casi graduale, dei precari storici. Tale stabilizzazione è stata prima di tutto una risposta al sacrosanto diritto al lavoro e la realizzazione di un principio di giustizia sociale per migliaia di famiglie e di lavoratori che per decenni sono state sfruttati e tenuti sotto scacco dalla stessa regione ma anche dagli enti locali”. Così il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida che risulta indagato per falso e turbata libertà del procedimento nell’ambito di un’inchiesta sulla stabilizzazione di alcuni precari.
L’indagine, condotta dalla guardia di finanza e coordinata dalla procura di Trapani, rappresenta un secondo troncone dell’inchiesta che, dieci giorni addietro, ha coinvolto il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto.
“Sulla pelle dei precari si è, soprattutto a livello regionale, com’è noto, costruito il consenso elettorale – prosegue Tranchida -. Non va però taciuto che sui precari, stabilizzati o in attesa di stabilizzazione, si fonda oggi la quasi totalità della forza lavoro degli enti locali. Nel merito della vicenda giudiziaria, quest’ultima attiene al caso di due lavoratori precari del comune di Favignana, provenienti dal comune di Erice. Orbene, non mi sarà difficile dimostrare nelle opportune sedi la liceità del mio operato; d’altronde nella mia storia politico – amministrativa ho sottoscritto, al pari di altri sindaci, centinaia se non svariate migliaia di atti tutti legittimi, diversamente non si spiegherebbe la mia specchiata fedina penale. Nel corso della mia lunga carriera amministrativa – da molti miei avversari politici invidiata – non ho mai indotto alcuno ad adottare presunte procedure non conformi a legge. Continuerò la mia azione amministrativa con più forza, determinazione e passione con il solo scopo di migliorare la città di Trapani e la qualità della vita dei suoi cittadini che con la Giunta mi onoro di servire; per il sottoscritto la Politica è stata sempre passione ed impegno al servizio delle comunità. Ho sempre avuto fiducia nell’operato della magistratura, sia quella inquirente che quella giudicante, ed affronterò con assoluta serenità la vicenda giudiziaria, certo – come sono – che l’esito riconoscerà la bontà e la legittimità del mio operato”.
Secondo le Fiamme Gialle, i reati sarebbero stati commessi sia quando ricopriva la carica di sindaco a Erice e ora che guida il comune di Trapani.
Commenta con Facebook