La banda che gestiva i viaggi sulle coste trapanesi di piccoli gruppi di migranti a bordo di gommoni veloci, scoperta dalla Finanza, era pronta a imbarcare anche soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista.

L’organizzazione, infatti, aveva programmato (ma non ancora attuato) l’approdo sulle coste trapanesi, tra gli altri, di
soggetti pericolosi ancora non identificati, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto per terrorismo dalla polizia italiana, una volta giunto nel nostro Paese.

Le indagini hanno svelato un vero e proprio sistema illecito “transnazionale”, che operava tra la Tunisia e l’Italia, in cui ogni membro dell’organizzazione rivestiva un ruolo ben preciso occupandosi, a seconda dei casi, delle “prenotazioni” dei migranti interessati alla traversata e della raccolta degli importi dovuti per il viaggio, della movimentazione e della custodia del contante, di trovare i gommoni, della loro conduzione in mare e, infine, del primo collocamento dei passeggeri in luoghi a disponibilità dell’ organizzazione.

Nel corso delle indagini è stato possibile ricostruire l’organizzazione e l’esecuzione di 5 traversate.
Grazie alla stretta cooperazione tra gli investigatori e la componente aeronavale della Guardia di Finanza (Gruppo di
Esplorazione Aeromarittima di Messina e Reparto Operativo Aeronavale di Palermo), è stato possibile monitorare in
“diretta” lo sbarco sulle coste trapanesi, riuscendo ad intercettare i 14 migranti sbarcati e a sequestrare oltre un quintale di sigarette di contrabbando.

La banda aveva programmato altri viaggi, non andati a buon fine per i controlli in mare svolti dalla Finanza. Se portati a termine avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100mila euro.

(foto di repertorio)