“Alla mafia, in questi anni, e’ stato addebitato di tutto anche quello che non ha fatto. A trentaquattro anni dalla strage di Pizzolungo non si e’ arrivati alla verita’ per i segreti di Stato’.

Lo ha detto Carlo Palermo, il magistrato scampato alla strage a Trapani il 2 aprile 1985, che causo’ la morte di Barbara Rizzo e dei figli gemelli Giuseppe e Salvatore.

“Non e’ vero che chi ordino’ la strage – ha aggiunto – non colpi’ il bersaglio: sono rimasto vivo ma a 37 anni la mia
attivita’ di magistrato e’ stata fermata e con essa anche le indagini’.

Sulla strage di Pizzolungo interviene anche il segretario del Pd Sicilia, Davide Faraone che dice: “La mamma Barbara e i due gemellini, Giuseppe e Salvatore, stavano “semplicemente” andando a scuola. Saltarono in aria a causa di un’autobomba piazzata dalla mafia sul ciglio di una strada per ammazzare il giudice Carlo Palermo e i ragazzi della sua scorta. 34 anni fa la strage di Pizzolungo, con la loro auto fecero da scudo alla terribile esplosione. Ho scelto di andare nel luogo della strage per non dimenticare queste tre vittime innocenti e per rinnovare, come Pd, l’impegno contro le mafie. Noi siamo il partito di Pio La Torre e di Piersanti Mattarella e più degli altri dobbiamo renderci impermeabili all’illegalità ed impedire che la mafia metta le zampe nelle istituzioni. In questi mesi, proprio in questo territorio la magistratura e le forze dell’ordine hanno compiuto uno straordinario lavoro per scardinare un sistema perverso che mette insieme mafia, politica e massoneria. A loro va il nostro ringraziamento, a noi il compito di non arretrare neppure di un millimetro”.

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