Troppi precari all’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto di Trapani. in misura talmente vasta da travalicare quanto consentito dalle norme e dai contratti. Lo denuncia Confintesa, associazione sindacale rappresentativa dei lavoratori di quello scalo.

L’organico dell’Airgest spa è composto da 78 unità a tempo indeterminato ed è stato incrementato di unità lavorative precarie in misura pressoché uguale alla forza effettiva e cioè 64 contratti di somministrazione nel 2013, 79 contratti di somministrazione per 59 unità nel 2014, 67 contratti di somministrazione nel 2016: davvero troppi precari.

“Tutto a posto sembrerebbe – denuncia il segretario di Confintesa Giuseppe Monaco in una lettera aperta – ma il CCNL Assoaeroporti prevede che solo il 10% della forza effettiva possa essere assunto con contratto di somministrazione; a meno di deroghe intervenute con appositi accordi con i sindacati. Ed è così che l’eccezione diventa la regola”.

L’Airgest spa, che è una società per il 59,68% di proprietà della Regione Siciliana, recluta personale attraverso società interinali, (con più precisione la Gigroup spa), senza alcuna procedura concorsuale o di merito che Airgest, società a prevalente capitale pubblico, ponga in essere per tale assunzioni.

“Non pensiamo – continua Monaco – che la Società, tantomeno la Regione Siciliana quale socio di maggioranza, alimentino un sistema di clientele per l’assunzione di personale precario, ma purtroppo quei posti di lavoro che si rinnovano periodicamente sono diventati come il miele per le api per il politico di turno. E tuttavia, risulta incomprensibile quale insormontabile impedimento abbia trovato l’Ente Gestore dello scalo Trapanese, a stabilizzare a tempo indeterminato tale personale, o almeno gran parte di esso, atteso che molti dei contratti di somministrazione si prolungano quasi sempre per oltre un anno”.

“Tra l’altro, la natura pubblica del capitale societario, dovrebbe ispirare ogni azione di gestione a criteri trasparenti ed efficaci – aggiunge – contrastando con ‘effettiva’ determinazione ogni possibilità di comportamenti degeneranti, al di là delle regole del diritto privato che disciplinano la materia. Le stesse organizzazioni sindacali di settore, già nel 2009 nelle richieste alla società chiedevano a gran voce ‘il lavoro Buono’ cioè ‘per Lavoro Buono intendono il lavoro a tempo indeterminato e full time’ tutte le forme contrattuali diverse sono eccezioni e flessibilità, a volte utili per sturt up o per consolidare processi di sviluppo”.

“Non sappiamo quali supreme ragioni li abbiano convinti a desistere, ma quelle tesi, oggi più che mai tornano di attualità. Uno spazio sempre più estensivo è stato dedicato al lavoro precario, a discapito dei giusti riconoscimenti professionali sempre più vilipesi per il personale in servizio effettivo che oggi in in stato di malcontento prefigura iniziative di protesta. Ogni risorsa è stata destinata alla precarietà”.

“Confintesa – conclude Monaco – ritiene che solo mettendo mano a questo “insulto” al buon senso si potranno considerare i lavoratori tutti sullo stesso piano, con pari dignità, applicando criteri di flessibilità che tendano al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi piuttosto che a trovare risorse solo per ‘stimolare’ il lavoro precario che bello non lo è di certo”