Vanda Grignani, 38 anni, è stata condannata dal Corte d’assise di Trapani a ventun anni di reclusione per aver ucciso il fidanzato Cristian Favara, 45 anni.

L’omicidio è avvenuto nella notte tra il 30 e il 31 ottobre 2021 nell’appartamento del centro storico che la coppia condivideva. I continui litigi e le violenze nella coppia erano aggravate dallo stato di tossicodipendenza dei due.

Vanda Grignani colpì il fidanzato al petto con un coltello da cucina. La vittima è il figlio della proprietaria del ristorante “Da Bettina” e si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico e l’obbligo di rincasare entro le 23.

La confessione della donna

Nel novembre 2021, la donna donna di 36 anni marsalese accusata dell’omicidio di Cristian Favara di 45 anni ammise il fatto. “Ormai la mia vita era diventata impossibile”. La relazione tra i due era sempre stata burrascosa.

Per sette volte negli ultimi tempi i carabinieri erano andati a casa dei due dietro la cattedrale per riportare la calma. A chiamare le forze dell’ordine sempre lei. Anche la scorsa notte è stata lei a chiamare i carabinieri e a dire di avere ucciso a coltellate l’uomo.

Favara arriva in ritardo dal lavoro al ristorante della madre. Ha l’obbligo di rientro alle 23. Nasce l’ennesima lite. Poi lei si accanisce su di lui con un coltello da cucina a lama lunga. Ha fatto qualcosa “che non avrebbe mai pensato di fare”, come ha scritta poco prima su Facebook.

Su Facebook la tragedia annunciata

“Scusate vi voglio bene a tutti mi manca la mia famiglia sono sola questo essere mi ha portato all’esasperazione. La polizia e i carabinieri di trapani sembrano che vadano d‘accordo con lui. Stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato vi amo. Perdonatemi”.

La donna di 46 anni accusata dell’omicidio del compagno Cristian Favara di 45 anni, figlio di ristoratori trapanesi, scriveva così sui social.

“Ho chiesto aiuto questo pezzo di m. mi ha distrutto – ha aggiunto – La polizia e carabinieri di Trapani difendono lui. Va bene sono stanca. Non ho più niente da perdete perdonatemi”.