I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Trapani hanno arrestato, in esecuzione di ordinanza di ripristino della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale del Riesame di Palermo, l’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto, già arrestato nel corso dell’Operazione Artemisia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trapani, che il 21 marzo 2019 portò all’arresto in esecuzione dell’ordinanza di Custodia Cautelare del Gip del Tribunale di Trapani, 27 persone, poiché ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio ed associazione a delinquere secreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della c.d. legge Anselmi).
Per gli stessi reati sono furono notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre 4 informazioni di garanzia ad altrettanti indagati.
Lo Sciuto era tornato in libertà, unitamente agli altri indagati, su decisione dello stesso Tribunale del Riesame di Palermo, che si espresse sull’incompetenza del Giudice delle Indagini Preliminari di Trapani, a favore di quello del Tribunale di Palermo, ritenendo il reato più grave, tra quelli contestati, consumatosi nel capoluogo di Regione.
Sulla base di questo assunto il Tribunale del Riesame di Palermo, pur confermando la gravità indiziaria di numerosi capi di imputazione nei confronti di Lo Sciuto, tra cui la corruzione con Paolo Genco – legale rappresentante dell’ente di formazione A.N.F.E. – e Rosario Orlando – già responsabile del Centro Medico Legale del predetto istituto INPS -, aveva ritenuto non sussistente il requisito dell’urgenza e per questo aveva annullato l’ordinanza genetica applicativa della custodia cautelare in carcere.
Contro tale decisione la Procura della Repubblica di Trapani aveva proposto ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione che dopo diversi pronunciamenti su tutti gli indagati, con sentenza a Sezioni Unite del 23 aprile 2020, riconosceva al “Pubblico Ministero l’interesse ad impugnare il provvedimento con il quale il Tribunale del Riesame, rilevata l’incompetenza del Giudice per le Indagini Preliminari, annulli per carenza delle condizioni di applicabilità, l’ordinanza con cui quello stesso Giudice ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere”.
Tale pronunciamento, unitamente alla riconosciuta competenza territoriale del Tribunale di Trapani, determinava l’annullamento della ordinanza del Riesame con rinvio al medesimo Tribunale in diversa composizione per una nuova valutazione circa i presupposti per la misura cautelare.
A seguito di ciò, il Tribunale del Riesame di Palermo, lo scorso 4 luglio, rivalutando la propria decisione, oltre a confermare la gravità indiziaria per le contestate tentate concussioni, in concorso con Paolo Genco, in danno dell’assessore Bruno Marziano, ha disposto, modificando l’originaria ordinanza di custodia cautelare, l’arresto di Giovanni Lo Sciuto e la sua sottoposizione ai domiciliari.
Le indagini dei Carabinieri, coordinati dal Procuratore Aggiunto Maurizio Agnello e dai Sostituti Procuratori Sara Morri e Francesca Urbani, erano iniziate nel 2015 e avevano avuto come fulcro proprio Lo Sciuto, ex deputato regionale, in carica fino al 2017, a carico del quale erano emersi gravi indizi di reità in ordine alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione.
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