Al secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza sarebbero arrivati grazie all’analisi di alcuni dati catastali. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme ad un’analisi del contesto scaturita da un’attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.

Trovati gioielli, collane e pietre preziose

Gioielli, collane, bracciali e anche pietre preziose di dimensioni consistenti. E’ quanto sarebbe stato trovato all’interno del bunker scoperto nel secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, gli uomini del Gico della Guardia di Finanza e quelli del Ros dei Carabinieri che hanno effettuato la perquisizione. Dovrà essere ora una perizia ad accertare l’autenticità e il valore dei gioielli e delle pietre trovate. Al momento, sottolineano sempre le stesse fonti, non sarebbe invece stato trovato ancora nulla di scritto.

Gdf in secondo covo grazie a analisi dati catastali

Le informazioni raccolte grazie all’attività investigativa, sempre secondo quanto si è appreso, avrebbero fornito alla Gdf una serie di elementi sulla possibilità che all’interno di quella abitazione potesse esservi un bunker. Informazioni che sono state immediatamente condivise con il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, che ha delegato la perquisizione alle Fiamme Gialle e ai Carabinieri. Al momento nell’abitazione sono al lavoro i Ris dell’Arma, per raccogliere eventuali tracce biologiche e documentare lo stato dei luoghi, poi comincerà la perquisizione vera e propria.

 Proprietario covo Messina Denaro fu assolto da mafia

E’ di Errico Risalvato, indagato e poi assolto, nel 2001, dall’accusa di associazione mafiosa, la casa di via Maggiore Toselli, a Campobello di Mazara, in cui il Gico della Finanza e i Carabinieri del Ros hanno scoperto il secondo covo di Matteo Messina Denaro. Errico è fratello di Giovanni Risalvato, condannato a 14 anni per mafia ora libero, imprenditore del calcestruzzi.

Covo Messina Denaro nascosto da fondo scorrevole armadio

E’ stato il proprietario dell’abitazione a dare agli investigatori la chiave della stanza blindata occultata dal fondo di un armadio pieno di vestiti. Non è noto cosa sia stato trovato nel corso della perquisizione del bunker alla quale ha partecipato il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido.

A 300 metri dal primo covo

I magistrati della Procura di Palermo e i carabinieri del Ros avrebbero individuato un secondo covo utilizzato dal boss Matteo Messina Denaro. Oltre all’appartamento di vicolo San Vito a Campobello di Mazara, scoperto ieri, il capomafia avrebbe fatto realizzare una sorta di bunker all’interno di un’altra abitazione nella stessa area. Il covo si trova in via Toselli.

Non è ancora chiaro se si tratti del luogo in cui il capomafia nasconde il suo tesoro: documenti riservati, pizzini, soldi che i magistrati cercano. Lo scopriranno i carabinieri dopo la perquisizione del bunker appena scoperto, che si trova a circa 300 metri dall’abitazione in vicolo San Vito. Gli investigatori stanno attendendo l’arrivo del magistrato.

L’analisi dei dati catastali

Al secondo covo utilizzato da Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza sarebbero arrivati grazie all’analisi di alcuni dati catastali. Secondo quanto si apprende da fonti
qualificate, proprio lo screening su questa serie di informazioni, assieme ad un’analisi del contesto scaturita da
un’attività informativa e investigativa, ha infatti consentito di localizzare il covo.

Il primo covo

Non erano state trovate armi nel “covo” di Matteo Messina Denaro, individuato nel centro di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani.

Al suo interno rinvenuti invece  profumi e abiti griffati del boss che amava il lusso e che quando è stato arrestato portava un orologio da 35 mila euro. C’erano anche Sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici.

Gli investigatori cercano elementi sui documenti ‘segretì di cosa nostra e elementi per individuare la rete di fiancheggiatori e favoreggiatori di Matteo Messina Denaro, ricercato da 30 anni e arrestato a Palermo. La procura della repubblica di Palermo ha posto i sigilli sull’appartamento di via Cb31, nel paese vicino a Castelvetrano. Sul posto gli investigatori del Ros. Quelli del Ris di Messina effettueranno i rilievi scientifici.

L’arrivo al covo

Alle 8,30 di martedì al covo erano arrivati gli uomini del Reparto investigazioni scientifiche di Messina che hanno passato al setaccio l’abitazione. Sul posto anche il capitano dei carabinieri della compagnia di Mazara del Vallo Domenico Testa. Messina Denaro viveva in una casa che negli ultimi mesi, dopo il trasferimento dei proprietari, è rimasta disabitata.

Le parole del generale Angelosanto

“Siamo arrivati in tarda serata a Campobello di Mazara che era sulla diretta influenza di Messina Denaro e lì abbiamo individuato l’abitazione. La Procura della Repubblica di Palermo è intervenuta è ha posto i sigilli. Adesso si attendono i rilievi scientifici affidati ai nostri Ris di Messina”. Così il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei Carabinieri spiega a Sky Tg24 come si è arrivati a individuare dove negli ultimi tempi si nascondeva il boss di cosa nostra. “Noi riteniamo che si tratti di un’abitazione utilizzata con continuità nell’ultimo periodo e al suo interno confidiamo di trovare elementi significativi sulla rete di protezione del latitante. Faremo dei repertamenti biologici per scoprire se era abitata da più persone”