Scoppia il caso ausiliari del traffico all’interno di Amat. Nell’ultima nota congiunta, i sindacalisti dell’azienda avevano denunciato i problemi di personale dell’officina e la possibilità di una cessione all’esterno del servizio di controllo sulle zone blu. A qualcuno però sembra non essere bastato. Da qualche giorno infatti, fra i lavoratori della società sono iniziati a circolare alcuni volantini firmati da una sigla denominata “part-time incazzati”. Comunicati che hanno subito fatto il giro degli uffici e delle chat social. In sostanza questi dipendenti di Amat, ad oggi rimasti anonimi, hanno puntato il dito contro la precarietà dei contratti degli ausiliari del traffico e contro alcune progressioni di carriera. Un tema, quest’ultimo, già venuto fuori in questo concitato inizio di 2024 per la società di via Roccazzo.

L’attacco di una sigla anonima di lavoratori di Amat

Una campagna di controinformazione, se così possiamo chiamarla, che va avanti da alcuni giorni. Di volantini ne sono stati fatti girare diversi. L’ultimo manifesto del gruppo “part-time incazzati” è del 15 maggio. Una nota che, come quelle precedenti, è diventata subito virale. Fra i punti contestati, il primo della lista è quello delle mancate stabilizzazioni dei precari storici. “Ogni giorno vediamo allontanarsi sempre di più quella luce in fondo al tunnel che dura circa da vent’anni”, scrive l’anomino gruppo di dipendenti Amat. “Il tempo in cui si pensava che gli operatori della mobilità fossero scesi dalle montagne con l’anello al naso è finito“, hanno aggiunto. Righe in cui trasuda molta rabbia per quello che poteva essere e non è stato, condita da attacchi ai vertici aziendali e, soprattutto, al mondo sindacale.

La replica dei sindacati

Critiche alle quali i sindacati hanno risposto con una nota congiunta firmata dagli esponenti di Cgil, Cisl, Uiltrasporti, Cisal, Cobas e Orsa. “Apprendiamo da una nota anonima che l’azienda Amat si appresterebbe a promuovere professionalmente e all’interno del reparto ausiliari del traffico alcuni lavoratori peraltro non provenienti al reparto ma transitati da altro settore. In buon sostanza sembrerebbe imboscati! Se ciò dovesse accadere – scrivono i sindacati di Amat – sarebbe un ulteriore atto deplorevole aziendale in barba a chi aspetta da vent’anni di avere il full-time”. Uno scenario a cui i rappresentanti dei lavoratori dell’azienda non vogliono credere, anche se l’attenzione dei sindacati resta alta.

Stabilizzazioni e concorsi, l’attenzione resta alta

“Assistiamo a problematiche di ben altro rilievo che credere a siffatte azioni aziendali, considerato che dovremmo dare valutazione politica di azioni per le quali è stato bloccato il concorso dei lavoratori per l’officina con gravissimo danno per l’esercizio (già mancano i bus per mancata manutenzione) mentre certe scelte favorirebbero solamente ulteriori spese aziendali a beneficio di soggetti terzi. Se e quando necessario, tra il full-time e con chi è allocato in altro ufficio, si potrebbe facilmente coprire la zona balneare citata come causale per giustificare nuovi appalti. Agli anonimi non vorremmo più rispondere. Ma che l’azienda sappia – scrivono i sindacalisti di Amat – che non tollereremo avanzamenti di carriera poco trasparenti o spese per appalti non necessari, considerata tra l’altro la situazione non propriamente felice che viene transitata per rifuggire dal concedere ai lavoratori le giuste aspettative di rinnovo contrattuali, nel quale a primo punto è rivendicato proprio il full time degli ausiliari”.

La crisi dell’officina di Amat

Con riguardo all’officina, da fine marzo l’azienda si trova a corto di personale. Ciò soprattutto a causa della fine dei contratti per gli ex 37 lavoratori interinali. Molti di loro hanno raggiunto infatti il limite 24 mesi di lavoro, ovvero il massimale concesso dal contratto a tempo determinato. Adesso c’è da attendere lo sblocco del concorso avviato a gennaio. L’azienda ha provveduto a costituire le varie commissioni. Ma i tempi rischiano di essere lunghi, come sottolineato dalla nota congiunta delle sigle sindacali emessa il 13 maggio. “Le scelte del CdA di allungare oltre giugno le procedure di selezione degli operatori d’officina hanno messo in ginocchio la manutenzione dei bus non avendo più in organico da qualche mese gli operai meccanici necessari”. Sarebbero quasi una cinquantina infatti i mezzi che rimangono fermi in rimessa. Fatto che ha determinato una riduzione delle corse con relativi disagi all’utenza.

L’esternalizzazione del servizio di gestione zone blu

Una scelta che fa discutere soprattutto alla luce della decisione di esternalizzare il servizio di controllo delle zone blu. Opzione che era già nell’aria da qualche settimana e sulla quale i sindacati di Amat esprimono tutte le loro perplessità. “Sembrerebbe che lo stesso CdA dell’Amat stia approvando l’ulteriore provvedimento finalizzato ad affidare parte delle attività di controllo della sosta tariffata a soggetti esterni, mentre le figure professionali atte allo scopo ed interne all’azienda vengono da tempo impiegate ad altro scopo“. La polemica mossa dai sindacati riguarda proprio lo stato dei lavoratori precari presenti in azienda.

La storia degli ausiliari del traffico

Tra il 2005 e il 2007, Amat assunse circa 120 ausiliari del traffico per controllare i circa 15.000 stalli presenti in città. Particolare attenzione veniva destinata al parcheggio di piazzale Ungheria e alle aree balneari di Mondello e Sferracavallo. Dopo qualche anno, Amat decise di affiancare i propri dipendenti part-time a quelli della ditta Apcoa. Successivamente, gli ausiliari del traffico si sono ridotti drasticamente di numero. Alcuni, in possesso della patente di categoria e delle relative abilitazioni, furono destinati al servizio di guida degli autobus. Fatto che sostanzialmente consentì a circa 20 dipendenti di accedere ad un cambio di mansione e alla relativa stabilizzazione. Successivamente, altri 20 ausiliari vennero trasferiti prima alla guida dei mezzi per la rimozione e poi al settore segnaletica. Alcuni di loro hanno ricevuto perfino incarichi di promozione dei prodotti di Amat all’interno di scuole ed uffici pubblici.

Che fine faranno i precari storici di Amat?

Così, sono circa una settantina gli ausiliari del traffico rimasti nel vecchio inquadramento professionale. Fra questi, circa la metà conta figure professionali ultrasessantenni. Alcuni hanno problemi invalidità, mentre altri ricoprono perfino incarichi istituzionali. Una situazione sulla quale puntano il dito i sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori si chiedono infatti “quale sia la logica che guida le scelte aziendali che pregiudicano le soluzioni necessarie e che andavano fatte per tempo col concorso dei lavoratori per l’officina, ed invece sembrerebbero procedere con fin troppo facilità per esternalizzare ulteriori lavori disattendendo l’uso delle maestranze interne. Concorso officina rimandato dopo giugno mentre gli affidamenti all’esterno veloci e non necessari. Una equazione che dà da pensare sulle decisioni per il bene dell’azienda e del servizio“, concludono i sindacati di Amat.

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