E’ bufera in casa Amat. Il 10 maggio, i sindacati hanno aperto la seconda fase della procedura di conciliazione della vertenza. I rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto un incontro urgente in Prefettura sul mancato rinnovo degli accordi di secondo livello. Una serie di diritti di lavoratori legati a benefit quali buoni pasto, bonus lavorativi e straordinari. Il primo tentativo di riconciliazione delle parti è finito in un buco nell’acqua. E dai sindacati filtra pessimismo anche sul secondo tentativo. Fatto che fa tornare di moda la possibilità di un nuovo sciopero all’interno dell’azienda. E sarebbe il quarto da inizio anno. Ma a pochi giorni di distanza dalla richiesta di un nuovo incontro, i sindacati tornano all’attacco su due altri capitoli aperti all’interno dell’azienda. Il primo riguarda le carenze di personale all’interno dell’officina di via Roccazzo. Il secondo invece interessa il possibile affidamento all’esterno del servizio di controllo e gestione delle zone blu.

La crisi dell’officina di Amat

Con riguardo all’officina, da fine marzo l’azienda si trova a corto di personale. Ciò soprattutto a causa della fine dei contratti per gli ex 37 lavoratori interinali. Molti di loro hanno raggiunto infatti il limite 24 mesi di lavoro, ovvero il massimale concesso dal contratto a tempo determinato. Adesso c’è da attendere lo sblocco del concorso avviato a gennaio. L’azienda ha provveduto a costituire le varie commissioni. Ma i tempi rischiano di essere lunghi, come sottolineato dalla nota congiunta delle sigle sindacali. “Le scelte del CdA di allungare oltre giugno le procedure di selezione degli operatori d’officina hanno messo in ginocchio la manutenzione dei bus non avendo più in organico da qualche mese gli operai meccanici necessari”. Sarebbero quasi una cinquantina infatti i mezzi che rimangono fermi in rimessa. Fatto che ha determinato una riduzione delle corse con relativi disagi all’utenza.

L’esternalizzazione del servizio di gestione zone blu

Una scelta che fa discutere soprattutto alla luce della decisione di esternalizzare il servizio di controllo delle zone blu. Opzione che era già nell’aria da qualche settimana e sulla quale i sindacati di Amat esprimono tutte le loro perplessità. “Sembrerebbe che lo stesso CdA dell’Amat stia approvando l’ulteriore provvedimento finalizzato ad affidare parte delle attività di controllo della sosta tariffata a soggetti esterni, mentre le figure professionali atte allo scopo ed interne all’azienda vengono da tempo impiegate ad altro scopo“. La polemica mossa dai sindacati riguarda proprio lo stato dei lavoratori precari presenti in azienda.

La storia degli ausiliari del traffico

Tra il 2005 e il 2007, Amat assunse circa 120 ausiliari del traffico per controllare i circa 15.000 stalli presenti in città. Particolare attenzione veniva destinata al parcheggio di piazzale Ungheria e alle aree balneari di Mondello e Sferracavallo. Dopo qualche anno, Amat decise di affiancare i propri dipendenti part-time a quelli della ditta Apcoa. Successivamente, gli ausiliari del traffico si sono ridotti drasticamente di numero. Alcuni, in possesso della patente di categoria e delle relative abilitazioni, furono destinati al servizio di guida degli autobus. Fatto che sostanzialmente consentì a circa 20 dipendenti di accedere ad un cambio di mansione e alla relativa stabilizzazione. Successivamente, altri 20 ausiliari vennero trasferiti prima alla guida dei mezzi per la rimozione e poi al settore segnaletica. Alcuni di loro hanno ricevuto perfino incarichi di promozione dei prodotti di Amat all’interno di scuole ed uffici pubblici.

Che fine faranno i precari storici di Amat?

Così, sono circa una settantina gli ausiliari del traffico rimasti nel vecchio inquadramento professionale. Fra questi, circa la metà conta figure professionali ultrasessantenni. Alcuni hanno problemi invalidità, mentre altri ricoprono perfino incarichi istituzionali. Una situazione sulla quale puntano il dito i sindacati. Le organizzazioni dei lavoratori si chiedono infatti “quale sia la logica che guida le scelte aziendali che pregiudicano le soluzioni necessarie e che andavano fatte per tempo col concorso dei lavoratori per l’officina, ed invece sembrerebbero procedere con fin troppo facilità per esternalizzare ulteriori lavori disattendendo l’uso delle maestranze interne. Concorso officina rimandato dopo giugno mentre gli affidamenti all’esterno veloci e non necessari. Una equazione che dà da pensare sulle decisioni per il bene dell’azienda e del servizio“, concludono i sindacati di Amat.

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