“Il Governo Schifani al giro di boa”: è il titolo della puntata di Testa a Testa, il talk di approfondimento politico di Sicilia on Demand. Un confronto serrato, condotto dal giornalista Gaetano Mineo, tra due voci opposte dell’Assemblea Regionale Siciliana: Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia, e Antonio De Luca, leader del Movimento Cinque Stelle.
Un bilancio a due facce: tra numeri positivi e disagio sociale
Pellegrino esordisce con un bilancio della Regione Siciliana ottimista: “Siamo soddisfatti, anzi, abbiamo superato le aspettative. Abbiamo sanato i conti pubblici, riducendo il disavanzo da 7 miliardi a 850 milioni. Il PIL cresce più che nel resto del Mezzogiorno, l’occupazione aumenta, e la spesa produttiva ha generato un circolo virtuoso”.
Cita dati Istat e Svimez a supporto, sottolineando come la Sicilia sia “in controtendenza” rispetto al declino economico del Sud. Sulla sanità, ammette difficoltà legate al piano di rientro, ma ribadisce: “Stiamo lavorando per migliorare i servizi”.
L’opposizione: “Una Sicilia allo sbando”
De Luca ribatte con un quadro drammatico: “Sembra di parlare della California, non della nostra terra. Metà Sicilia è senz’acqua, le famiglie faticano a mettere insieme pranzo e cena, e la povertà farmaceutica è alle stelle. I pronto soccorso hanno carenze del 50% di personale, e l’assessorato nasconde un dossier esplosivo sulle condizioni reali degli ospedali”.
Per il pentastellato, i numeri citati dalla maggioranza “non raccontano la realtà quotidiana dei siciliani”.
Il referendum sul lavoro: un flop annunciato?
Il recente referendum sul lavoro e sulla cittadinanza ha visto un’affluenza bassissima, specie in Sicilia. De Luca, difende il “Sì”: “Era la scelta giusta per i lavoratori. Il problema è il quorum: se un terzo dei siciliani elegge il presidente della Regione, perché un referendum senza il 50% non dovrebbe valere?”.
Pellegrino lo critica aspramente: “Una perdita di tempo e denaro. Si è giocato con le tasse degli italiani per risolvere beghe interne al PD”.
Le Province: una riforma incompiuta
Sul tema Province, entrambi concordano sul fallimento dell’attuale modello. E Mineo evidenzia che entro fine legislatura, è probabile che sarà approvata una norma nazionale che ridarà di nuovo il voto ai cittadini per eleggeregli amministratori di questi enti intermedi.
Il Parlamento siciliano: lavora poco o lavora male?
De Luca attacca: “Dove sono le riforme strutturali? Forestali, sanità, acqua: solo annunci. Si approvano leggi finanziarie, ma niente che cambi davvero la vita dei siciliani”.
Pellegrino replica ricordando le manovre approvate e da approvare come quelle del turismo e quella dei consorzi di bonifica (“una svolta attesa da 20 anni“). Per quest’ultima, Pellegrino garantisce “che entro l’anno sara approvata definitivamente”.
Termovalorizzatori: la battaglia ambientale
Il confronto si infiamma sui termovalorizzatori. Pellegrino li difende: “900 milioni stanziati, fine delle discariche abusive e del business dei monopolisti”.
De Luca li condanna: “Senza una filiera del riciclo, sono solo inceneritori che bruceranno più spazzatura di quanta la Sicilia ne produca. Risultato? Si differenzierà meno e si importeranno rifiuti”.
Elezioni 2027: già si pensa alle alleanze
Mineo pungola i due ospiti sulle future elezioni Regionali, ricordando che nel settembre 2022 Renato Schifani con il centrodestra vince con oltre il 42% dei voti; Cateno De Luca sfiora il 24%; la candidata a governatore del Pd, Caterina Chinnici poco più del16%; e il candidato 5stelle Nunzio Di Paola poco più del 15%.
Scenario impensabile per il futuro, soprattutto per il centrosinistra, oggi più frammentato che mai, costretto a mettere in pratica un campo largo se intende competere seriamente con il centrodestra. Si può dunque, immaginare un’alleanza PD-M5S? De Luca conferma il dialogo: “In Sicilia collaboriamo già, a differenza di Roma”. Pellegrino, invece, lancia un’apertura a Cateno De Luca: “Se vuole unirsi a noi, benvenuto”.
Due Sicilie, due politiche
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