“Questo è puro vandalismo. Non serve a nulla. Alimenta solo rabbia, dolore e divisione”.  Con queste parole, un leader della comunità islamica di Sydney ha condannato duramente un atto vandalico avvenuto in un cimitero locale dopo la strage di Bondi Beach. Un episodio che ha acceso nuove tensioni, mentre la città è ancora sotto shock per la sparatoria che ha causato 16 morti e 42 feriti.

Un attacco scioccante nel cuore di Sydney

Sabato pomeriggio (ieri mattina in Italia), due uomini – identificati come Naveed Akram, 24 anni, e suo padre Sajid Akram, 50 – hanno aperto il fuoco da un ponte pedonale nel cuore di Bondi, uno dei quartieri più frequentati di Sydney, affollato da residenti, turisti e famiglie. Le armi utilizzate erano di tipo militare.

La strage ha provocato 16 morti, tra cui Sajid Akram, ucciso sul posto. Altri 42 feriti, compresi quattro bambini, sono stati ricoverati in vari ospedali. Le vittime avevano un’età compresa tra i 10 e gli 87 anni.

Il figlio, Naveed, è sopravvissuto, ma si trova ora in ospedale sotto custodia della polizia, ferito durante uno scontro a fuoco con gli agenti.

Vandalismo al cimitero e indignazione

Nelle ore successive alla strage, si è verificato un atto di vandalismo contro alcune tombe – lapidi divelte, imbrattate aree sacre e teste di maiale – in un cimitero della zona. Le immagini hanno fatto rapidamente il giro dei social, generando sgomento e rabbia.

Maiale

Maiale

Un esponente locale, la cui identità non è stata resa pubblica, ha condannato con forza l’accaduto: “Queste persone nelle tombe sono morte molto prima di ieri. Non hanno nulla a che vedere con quanto accaduto. Le tombe sono luoghi di riposo, dignità e rispetto, per tutte le fedi e per tutta l’umanità. Se volete pace e giustizia, questa non è la strada. State solo mostrando mancanza di umanità”.

Rifiutati i funerali islamici per i killer

La risposta più netta è però arrivata dalla comunità islamica di Sydney, che ha dichiarato che non celebrerà i funerali religiosi per Naveed e Sajid Akram.

Il dottor Jamal Rifi, figura di spicco dell’Islam australiano, ha affermato che i due uomini non possono essere considerati parte della comunità islamica: “Ciò che hanno fatto non è giustificabile. Nessuno di noi lo approva. Hanno ucciso civili innocenti. C’è un versetto nel nostro libro che dice: ‘Chi uccide un innocente è come se uccidesse tutta l’umanità’”.

Il dottor Rifi ha anche ricordato un precedente simile, l’assedio al Lindt Café del 2014, in cui perse la vita anche il sequestratore: “All’epoca rifiutammo di ricevere il corpo dell’attentatore, non eseguimmo i rituali di morte e non lo accettammo nella sezione musulmana del cimitero Rookwood. Faremo lo stesso ora”.

Anche l’ex insegnante condanna l’attacco

Sheikh Adam Ismail, guida dell’Al-Murad Institute e insegnante coranico di Naveed Akram, ha preso le distanze con fermezza: “L’ultima volta che ho avuto contatti con lui è stato all’inizio del 2022. Qui insegniamo solo a leggere il Corano, nient’altro. Sono devastato dalle immagini delle vittime. Ho una famiglia giovane e abbiamo ricevuto minacce di morte. Abbiamo dovuto lasciare casa e siamo sotto protezione della polizia”.

Il Consiglio Nazionale degli Imam: “Uniti nel dolore”

Anche il Consiglio Nazionale degli Imam Australiani (ANIC) ha rilasciato una dichiarazione ufficiale di ferma condanna dell’attacco: “I nostri cuori, pensieri e preghiere vanno alle vittime, alle loro famiglie e a chiunque sia stato testimone o colpito da questo attacco traumatico. È un momento in cui tutti gli australiani, compresa la comunità musulmana, devono restare uniti con compassione e solidarietà”.

Lo sapevi che…?

Secondo un’indagine del 2024, oltre 600.000 musulmani vivono in Australia, pari al 2,4% della popolazione. La grande maggioranza è pienamente integrata e prende le distanze da ogni forma di estremismo.

Domande frequenti (FAQ)

Chi sono gli attentatori della strage di Bondi?
Sono Naveed Akram, 24 anni, e suo padre Sajid Akram, 50 anni. Hanno aperto il fuoco su una folla a Bondi, causando 16 morti.

Qual è stata la reazione della comunità islamica australiana?
Totale condanna dell’attacco. I leader religiosi si sono rifiutati di celebrare i riti funebri islamici per i due attentatori.

Perché è stato vandalizzato un cimitero?
Alcune tombe sono state danneggiate dopo l’attacco, ma i leader religiosi hanno condannato l’atto, definendolo inutile e disumano.

Ci sono precedenti simili in Australia?
Sì, nel 2014 durante l’assedio al Lindt Café a Sydney, la comunità musulmana rifiutò di seppellire l’attentatore con rito islamico.

Naveed Akram è ancora vivo?
Sì, è ricoverato in ospedale sotto custodia della polizia.