Sono 5.945  i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 38.308 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 5.754. Il tasso di positività sale di poco al 15,5% ieri era al 15,1%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

L’isola è al quinto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 278.798 con un aumento di 1.114 casi. I guariti sono 4.789 mentre le vittime sono 42 e portano il totale dei decessi a 9.024.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono 1.423 ricoverati, con 16 casi in meno rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 115, uno in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Questi i dati del contagio nelle singole province Palermo con 1.187 casi, Catania 1.065, Messina 1.060, Siracusa 750, Trapani 446, Ragusa 416, Caltanissetta 357, Agrigento 496, Enna 168.

Sicilia zona gialla sotto osservazione

San Valentino in zona gialla. Ma in Sicilia c’è ancora poco da festeggiare. Se da un lato le terapie intensive si sono svuotate facendo calare il livello di saturazione ben al di sotto della soglia critica dell’arancione, dall’altro i ricoveri nei reparti ordinari sono ancora molto alti (36 per cento a fronte del tetto del 30).

Focolaio Omicron

A preoccupare sono i focolai di Omicron in aumento, secondo i dati della cabina di regia ministeriale: in Sicilia sono quasi 3mila, 2.951 per l’esattezza, il 97 per cento dei quali causati da Omicron. L’indagine dell’Istituto superiore di sanità relativa al 31 gennaio dice che su 185 campioni sequenziati dai 5 laboratori d’analisi autorizzati, 180 sono relativi a Omicron mentre solo 5 (anche se in misura maggiore che nel resto d’Italia) a Delta.

Focolaio negli ospedali

E si temono nuovi focolai anche negli ospedali. Nei reparti l’attenzione resta alta e lo dimostrano i ricoveri ordinari. Ieri, inoltre, al pronto soccorso dell’ospedale Cervello ci sono stati una quarantina di nuovi ingressi, che impongono di non abbassare la guardia. Non a caso, almeno per adesso, la Regione ha deciso di non depotenziare i reparti Covid che circa un mese fa erano stati riconvertiti per fronteggiare il grande aumento dei contagi.

A breve però si dovrà decidere come affrontare la pandemia nel prossimo futuro, anche in vista di un possibile stop allo stato di emergenza il 31 marzo. Nel nuovo corso potrebbe avere un ruolo determinante nel monitoraggio il “Centro siciliano epidemie e pandemie”, istituito con decreto assessoriale del 23 dicembre con sede al Cefpas di Caltanissetta e che vede temporaneamente al vertice l’ex direttore del dipartimento Attività sanitarie, Francesco Bevere.

Omicron non sarà ultima variante

“La pandemia non è finita. È probabile che questo Covid-19 rimanga con noi. Non è detto che Omicron sia l’ultima variante che vediamo”. Così Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per le malattie ECDC, su Rai Radio1. “Se ci sarà un cambiamento di approccio nelle misure saranno i paesi a deciderlo. Attualmente vediamo un’enorme differenza tra le situazioni dei paesi in Europa”, ha rilevato. E sulle mascherine ha aggiunto: “Se si vuole raggiungere una riduzione della contagiosità bisogna mantenerle nei luoghi dove non c’è distanziamento, quindi al chiuso. Poi la mascherina secondo me non è una misura invasiva”.

Mantenere alta l’attenzione

A proposito di cosa abbiamo imparato dalla pandemia, Ammon ha dichiarato: “Abbiamo imparato molto ma non direi che sappiamo già tutto su questo virus. Spesso ci ha sorpreso in questi 2 anni quindi dobbiamo stare molto attenti. Dobbiamo intensificare la sorveglianza e migliorare il sequenziamento per individuare le varianti del virus il prima possibile”.