Il Tribunale di Agrigento, Sezione Lavoro, in persona del giudice Alessandra di Cataldo, in accoglimento del ricorso proposto da una docente precaria di Campobello di Licata per il riconoscimento della Carta docente, per legge prevista per i soli docenti di ruolo per l’aggiornamento professionale, ha nuovamente condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a liquidare alla docente l’importo di 500 euro per ogni anno di servizio prestato, sebbene assunta con contratto a tempo determinato.

Il ricorso

In particolare la docente, assistita dall’avvocato Luigi Fazio Gelata di Canicattì, ha rappresentato al Tribunale di Agrigento, sulla scorta di copiosa giurisprudenza nel tempo formatasi, come “siffatta diversità (rectius: disparità) di trattamento tra docenti di ruolo e docenti precari non trova obiettive ragioni giustificatrici ove si consideri che proprio i precari costituiscono una categoria cui l’Ordinamento scolastico si avvale in modo massiccio mediante nomine di migliaia di docenti supplenti che prestano attività lavorativa – professionale nei confronti di migliaia di studenti che, in presenza di un trattamento formativo differenziato o, meglio, precluso per i precari, determinerebbe anche una prestazione di livello inferiore rispetto a quella offerta dai docenti di ruolo cui è garantito, invece, il beneficio formativo in discorso”.

La condanna al ministero dell’istruzione

Il Tribunale di Agrigento, nondimeno, oltre ad accogliere il ricorso della docente ha pure condannato il Ministero dell’Istruzione del Merito al pagamento delle spese processuali per aver resistito infondatamente alla richiesta di riconoscimento del beneficio della Carta docente per la docente precaria.

Per effetto di tale sentenza, quindi, si è nuovamente equiparato l’importante apporto professionale svolto dai docenti precari, già penalizzati dalla natura del contratto, rispetto ai docenti di ruolo, senza che la tipologia di contratto possa determinare alcuna discriminazione di sorta.

A cosa serve la carta docente

La carta docente serve ad acquistare libri, riviste, ingressi nei musei, biglietti per eventi culturali, teatro e cinema o per iscriversi a corsi di laurea e master universitari, a corsi per attività di aggiornamento, svolti da enti qualificati o accreditati presso il Ministero dell’Istruzione