La polizia ferroviaria ha sequestrato più di 3 tonnellate di rame di illecita provenienza ad una ditta di rottamazione di Messina e denunciato il titolare, un italiano di 37 anni, per il reato di ricettazione. L’operazione è scattata nel corso di mirati servizi predisposti per la prevenzione e la repressione del traffico illecito di metalli. I sospetti sull’attività svolta in questa ditta sono emersi nel corso di un controllo eseguito in occasione dell’ultima operazione “Oro Rosso”, organizzata a livello nazionale dal servizio polizia ferroviaria, per il contrasto del fenomeno dei furti di rame in ambito ferroviario.

I precedenti controlli

I controlli presso quella azienda, effettuati anche nei giorni successivi, hanno permesso agli agenti Polfer di rinvenire, all’interno del capannone industriale principale, dei grossi sacchi contenenti rifiuti metallici in rame nonché, nel piazzale esterno, due cassoni metallici colmi di matasse di fili elettrici di diverse dimensioni e lunghezza. Su alcuni metalli gli investigatori hanno anche riscontrato segni evidenti di combustione della guaina protettiva. Un modo, probabilmente, di rendere non riconoscibile la provenienza dei metalli.

Altri riscontri

L’ispezione ha anche evidenziato incongruenze nei registri di carico e scarico dei rifiuti, così come la mancanza dei documenti di trasporto, essenziali per risalire alla tracciabilità del materiale. Viste le irregolarità riscontrate, gli agenti della Polfer hanno proceduto al sequestro della merce rinvenuta e alla denuncia del titolare della ditta, già in passato coinvolto in altre indagini legate sempre al riciclaggio di rame di illecita provenienza.

L’operazione del mese scorso

I controlli della polizia ferroviaria della Sicilia nell’ottobre scorso hanno interessato in particolare 16 attività in tutta la regione che operano nell’ambito della gestione dei rifiuti speciali e della rottamazione, movimentando anche rame e altre tipologie di metalli. L’attività è stata svolta anche lungo le linee ferroviarie e su strada. Al vaglio degli agenti ci fu la documentazione attestante le autorizzazioni al trattamento, lo stoccaggio, la tracciabilità dei materiali trattati e il rispetto delle stringenti norme a tutela dell’inquinamento ambientale.

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